Amministrazione Condivisa

A Torino la prima Consulta dei beni comuni

A distanza di 3 anni dalla sua adozione un primo bilancio

Torino è l’unica città italiana ad aver adottato un Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni che prevede l’istituzione della relativa Consulta: undici componenti sorteggiate/i dall’Albo delle e dei Garanti, con compiti piuttosto impegnativi.

La Consulta Permanente dei beni comuni urbani della Città di Torino svolge sostanzialmente tre ruoli:

  • il primo è un ruolo consultivo, sia per la città sia per i cittadini attivi, sulla materia dei beni comuni urbani;
  • il secondo è un ruolo di promozione e di sensibilizzazione in materia di beni comuni nel territorio;
  • il terzo è un ruolo di natura arbitrale sulle controversie che possono nascere rispetto alla stipulazione e all'esecuzione di un patto di collaborazione, nella tutela della piena attuazione della sussidiarietà orizzontale.

A distanza di 3 anni dall’inizio della sua attività è tempo di bilanci e gli stessi componenti dell’organismo hanno fatto una prima riflessione condividendo, in un articolo pubblicato da Labsus, la loro esperienza.

Si tratta di un racconto molto concreto che illustra le attività “messe in campo” dai componenti, a partire dall’organizzazione in piccoli gruppi, per assicurare la propria presenza dove le/gli abitanti li chiamavano, per capire i contesti, le comunità, i problemi di gestione, le minacce di sopravvivenza di esperienze varie: occupazioni, autogestioni, patti di collaborazione, delibere comunali.

Nonostante l’impegno e anche i provvedimenti adottati dall’amministrazione Comunale, la Consulta rileva nella sua relazione una scarsa diffusione della cultura dei beni comuni a partire da concetti e linguaggio condiviso, che hanno frenato l’allargamento dei principi e delle applicazioni.

Su questa “povertà” di ramificazione, l’organismo rileva come abbia indubbiamente pesato la questione del decentramento, ponendo il tema del rapporto tra le otto Circoscrizioni torinesi, il settore del Comune preposto all’amministrazione dei beni comuni e la stessa Consulta.

I puntuali commenti su punti di forza e criticità, la documentazione messa a disposizione rispetto alle sedute ed alle attività sviluppate dai componenti, nonché la vision sulle prossime piste di lavoro, offrono uno spaccato molto utile per comprendere bene le potenzialità dello stesso organismo e il contributo che potrebbe dare all’amministrazione e ai cittadini.

Per saperne di più l’invito è alla lettura dell’articolo integrale.

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