Amministrazione Condivisa

Aspettando Godot? Il grande cantiere dell’Amministrazione condivisa

Una riflessione a valle della prima indagine nazionale sulla co-progettazione in Italia di Luca Fazzi

“Con l’approvazione dell’art. 55 del Codice del terzo settore e con la sentenza della Corte Costituzionale del 2020 è opinione diffusa che si sia compiuta una rivoluzione copernicana nei rapporti tra pubblico e terzo settore. L’idea che si possa costruire insieme interventi di pubblico interesse è uno dei traguardi più sentiti e al tempo stesso più ambiti da parte di chi vede l’urgenza di ripensare a fondo il modo con cui sono realizzate le politiche pubbliche ed è impostato il rapporto tra istituzioni e cittadini. La diffusione della co-programmazione e soprattutto della co-progettazione registrata nell’ultimo biennio sotto certi aspetti sembrerebbe dare ragione a chi parla dell’art. 55 come di una svolta epocale che sancisce la definitiva costituzionalizzazione della sussidiarietà e del diritto del terzo settore. Attraverso la co-progettazione si afferma a livello teorico un nuovo concetto di condivisione tra pubblico e terzo settore che non riguarda solo gli intenti, ma anche le risorse e l’impegno congiunto a raggiungere obiettivi condivisi e in questo senso si tratta veramente di un punto di rottura con la filosofia della separazione tra funzione di acquisto e di produzione tipica dei regimi di affidamento competitivi dei servizi diventati dominanti nell’ultimo ventennio.”

E’ questo l’incipit di una riflessione, condivisa in un articolo pubblicato da Labsus, del Professor Luca Fazzi, ordinario di Sociologia presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Trento.

L’occasione nasce dalla pubblicazione del Rapporto “Abilitare la collaborazione. Presupposti, vincoli e condizioni della co-progettazione in Italia” (si può scaricare gratuitamente dalla pagina dedicata sul sito di Euricse) che ha esaminato un campione nazionale di 20 casi.

Fazzi ne sintetizza i risultati, con un focus su co-progettazione e co-programmazione, avanzando alcune ipotesi rispetto alle difficoltà applicative, nonostante le riforme e le sentenze sopraggiunte e espressamente sopra richiamate.

La sua opinione è che “L’amministrazione condivisa, così come le sue declinazioni proposte dall’art. 55, non è una soluzione che calata dall’alto risolve da sola tutti i problemi. Essa costituisce piuttosto una opportunità che per essere colta va liberata da aspettative improprie e riportata su un piano di realtà”.

Tutto questo, ci indica Fazzi, richiede un grande lavoro di preparazione, un investimento in risorse e competenze e soprattutto una riorganizzazione progressiva dell’architettura generale, sia dei rapporti tra pubblico e terzo settore che della configurazione e del modo di operare degli stessi enti.

Vista la ricchezza degli spunti e delle piste di lavoro che l’articolo propone, il nostro invito è ad una sua lettura integrale.

 

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