Come comunicare l’Amministrazione condivisa?
Una giovane comunità impegna sui Beni Comuni. E’ di questo che ci parla l’articolo di Labsus di questa settimana, scritto a 4 mani da Sara Cavalieri e Giulia Marra.
La benicommunity è la comunità di enti pubblici del nord-ovest impegnati in pratiche di Amministrazione condivisa che proprio Labsus ha attivato nell’ultimo anno, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
La benicommunity è una comunità giovane, ancora in parte in via di definizione, ed è una comunità inclusiva, poiché accoglie al suo interno soggetti che appartengono a territori diversi, ognuno con le proprie specificità, la propria identità, le proprie problematiche territoriali. In alcuni casi si tratta di Amministrazioni che stipulano abitualmente Patti di collaborazione, in altri sono Comuni che non hanno ancora adottato il Regolamento dei beni comuni o che hanno appena iniziato ad esplorare questa modalità.
Seguendo i suggerimenti di metodo proposti da Marianella Sclavi, studiosa, facilitatrice e consulente di processi partecipativi in Italia e all’estero, la benicommunity si sta costruendo attorno a una visione comune – l’Amministrazione condivisa dei beni comuni – «favorendo un contesto di confronto, sviluppando la capacità di mutuo apprendimento e correggendosi durante il percorso».
Nel corso di questi mesi, un percorso di quattro tavoli intercomunali, ospitati a turno da Comuni di diverse dimensioni, è stato l’occasione per garantire quella narrazione polifonica, che è «generatrice di un senso comunitario basato sul protagonismo di chi partecipa al dialogo»
In particolare, l’articolo si sofferma sull’ultimo appuntamento, organizzato presso il Comune di Sant’Antonino di Susa, che ha visto un interessante confronto sul tema: Come si comunica l’Amministrazione condivisa? Come l’Amministrazione pubblica comunica con/ai cittadini attivi?
Un tema molto intrigante, su cui Labsus è da anni impegnato, cercando collaborazioni e partenariati per diffondere le buone pratiche e le esperienze più innovative, come la nostra stessa rete si propone di fare.
Il “pezzo” è ricco di spunti e approfondisce le attività messe in campo da amministrazioni piccoli e grandi, dal Comune di Torino a quello di Collegno, dall’esperienza della mappa della sussidiarietà con il progetto Verona 360 alla Consulta permanente dei beni comuni urbani di Torino, passando per la riorganizzazione del Punto Accoglienza URP del Comune di Collegno in un disegno di empowerment socio-culturale.
I rispettivi esponenti hanno descritto i percorsi effettuati e i risultati raggiunti, anche grazie alle nuove frontiere delle tecnologie digitali che attraverso social, piattaforme performanti e nuovi strumenti, hanno permesso di raggiungere e coinvolgere un significativo numero di associazioni e cittadini sui temi della partecipazione e dei Beni Comuni.
L’invito quindi, è a leggere il resoconto dell’evento e a seguire il progetto di benicommunity, che si prefigge non solo di allargare le adesioni ma anche di costruire micro comunità tra Comuni più omogenei, che vivono le stesse problematiche e condividono le stesse difficoltà, affinché possano usare la nuova piattaforma, per costruire una rete di interlocutori e alleati in grado di supportarli nella messa in pratica dei Patti di collaborazione sul piano concreto.