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Conflitti e partecipazione: la sussidiarietà tra religioni diverse e voci laiche

Come arrivare alla concretezza di azioni di prossimità, partendo da un richiamo trans-religioso alla cura di beni comuni? A cura di Daniela Ciaffi

Quale relazione tra religione e partecipazione? Possono esserci progetti di sussidiarietà che vedano nuove forme di azione coinvolgendo gruppi interreligiosi o persino religiosi ed atei?

L’articolo di Daniela Ciaffi, pubblicato su Labsus, ci offre un interessante riflessione su questi temi a partire dalla consultazione della sezione del sito di Labsus “Storie di Patti” dove si evidenzia la scarsa presenza di soggetti religiosi attivi, e ancor più una loro quasi esclusiva appartenenza alle chiese cristiane. 

Ciò premesso, la Ciaffi, illustra alcune prime prove di dialogo e collaborazione, seppur molto simbolica, portandoci alcuni esempi, come le “stanze del silenzio” che ha visto collaborare il Comune di Milano con 19 organizzazioni religiose e di non credenti, nella comune gestione di spazi dedicati alla meditazione, al raccoglimento e alla preghiera da mettere a disposizione di tutti i cittadini – atei o appartenenti a una confessione religiosa – all’interno delle strutture del Sistema Sanitario Nazionale e, in prospettiva, negli istituti di prevenzione e di pena, nelle stazioni e negli aeroporti.

O come l’evento concretizzatosi lo scorso 5 novembre, che ha visto il vescovo di Trieste, il rabbino capo e il presidente della comunità islamica locale, insieme ai rappresentanti delle altre chiese cristiane e confessioni, darsi appuntamento per stare insieme in silenzio rivolti verso il mare e “gridare all’unisono il dolore di tanti uomini e donne che piangono per le immani violenze che stanno insanguinando i popoli.

Ciò nonostante, proprio come auspicato dallo stesso Papa Francesco che nella Fratelli tutti, al punto 175/Il potere internazionale, dice “Grazie a Dio tante aggregazioni e organizzazioni della società civile aiutano a compensare le debolezze della Comunità internazionale, la sua mancanza di coordinamento in situazioni complesse, la sua carenza di attenzione rispetto a diritti umani fondamentali e a situazioni molto critiche di alcuni gruppi. Così acquista un’espressione concreta il principio di sussidiarietà, che garantisce la partecipazione e l’azione delle comunità e organizzazioni di livello minore, le quali integrano in modo complementare l’azione dello Stato”, diventa importante che anche i movimenti religiosi attraverso “inedite alleanze”, aiutino a rispondere ai nuovi bisogni della società a partire dai più deboli.

Ciò premesso la Ciaffi ci informa di una nuova iniziativa, che si terrà sempre a Trieste, dal 3 al 7 luglio 2024. Si tratta della cinquantesima Settimana Sociale dei cattolici in Italia, il cui tema sarà “Democrazia e partecipazione”. Sul sito www.settimanesociali.it da oggi è disponibile la web app, le schede metodologiche per il percorso di preparazione verso Trieste, aperto a buone pratiche, cantieri sinodali e gruppi informali, cooperative, imprese, associazioni, pubbliche amministrazioni, operatori culturali. Il progetto che cerca nuove forme di coinvolgimento sarà un interessante impulso verso la mappatura di esperienze e di comunità attiva presenti sul territorio regionale e nazionale.

Per conoscere i dettagli delle esperienze riportate, ma anche per avere un quadro con interessantissimi collegamenti anche storico-culturali, a partire dall’attuale situazione di conflitto Israele-Palestina, l’invito è a leggere l’articolo integrale.

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