Amministrazione Condivisa

Il dono nella Costituzione, una libertà solidale

Editoriale di Labsus a cura di Gregorio Arena

Lo scorso 21 novembre Labsus laboratorio per la Sussidiarietà ha pubblicato un interessantissimo editoriale a cura del Professor Gregorio Arena, pioniere e diffusore dei principi Beni Comuni e Amministrazione Condivisa proprio quale declinazione concreta degli articoli costituzionali ed, in particolare, il 118 relativo alla sussidiarietà.

Ve lo riproponiamo, anticipando con una piccola sintesi i principali contenuti, ma invitandovi a leggere l’articolo integrale perché veramente ricco di spunti e riflessioni.

Arena infatti, partendo da un concetto che potrebbe sembrare un ossimoro “libertà solidale” ci espone la sua rilettura della Costituzione arrivando a esporci quello che lui definisce “la solidarietà dei moderni”, principio da vivere non come un dovere bensì come una forma nuova di libertà.

Proprio partendo dagli articoli 2 e 4 della Costituzione, Arena ci porta ad una rilettura più attenta a quanto scritto dai nostri padri e madri costituenti, evidenziandoci come, pur non citando mai Il termine “dono” è fortissima nell’Assemblea Costituente la consapevolezza del valore del dono, tanto da disporre addirittura nei primi articoli, quelli sui principi fondamentali, che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” (art. 2).

Tale articolo, per Arena, è strettamente correlato all’art. 4, 2° comma, che dispone: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”, da cui ne deriva un principio di diritto/dovere a cui ognuno di noi, in cambio delle tutele, nonché dell’istruzione ricevuta dallo Stato, ha comunque il dovere di restituire quanto ricevuto.

Questa restituzione alla comunità è il fulcro delle considerazioni sviluppate nell’articolo, che associate con la legge di revisione costituzionale n. 3/2001, del principio di sussidiarietà, con questa formulazione: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (art. 118, u.c.), portano l’autore a suggerire come naturale declinazione concreta la cura dei beni comuni, in ogni sua più larga applicazione.

Ecco quindi che, cura dei beni comuni e la costituzione di patti collaborativi, sono forme di dono regalate liberamente che rafforzano i legami di comunità, creano integrazione e senso di appartenenza, contribuiscono ad alleviare gli effetti negativi delle disuguaglianze sociali e producono capitale sociale.

Per Arena, questa forma di dono, che la Costituzione stessa suggerisce, è una nuova forma di libertà, responsabile e solidale che la Repubblica deve favorire nell’interesse del bene generale.

Per cogliere meglio ogni passaggio del ragionamento di Arena, vi invitiamo a leggere l’articolo integrale che riprende parte della relazione presentata dal professore in occasione del convegno di apertura della 4° edizione di Più fundraising Più cultura, intitolata “Sostenere la cultura, investire nel bene comune”, tenutasi il 6 novembre 2023 a Roma.

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