Le Comunità Energetiche, la risposta locale agli stravolgimenti generati dalla globalizzazione
Il tema della transizione energetica dell’Unione Europea verso una percentuale maggiore di generazione di energia pulita e verso una riduzione del consumo energetico attraverso l’attuazione di misure di efficienza energetica, è sicuramente un tema di grande attualità, non solo per i problemi ecologici ormai evidenziati dai preoccupanti cambiamenti climatici ma anche contestualizzandoli all’esigenza di una necessaria autonomia, volta ad evitare pressioni internazionali e aumenti dei prezzi incontrollati.
Se fino ad oggi nella maggior parte dei Paesi di Eu27 gran parte degli investimenti verso sistemi energetici per la decarbonizzazione è stata guidata da grandi investitori e corporation, con un ruolo marginale dei piccoli attori, dei cittadini e delle comunità locali, fenomeni come quelli richiamati, nonché la pandemia covid-19, hanno portato sullo scenario una significante diffusione di quelle che vengono definite Comunità energetiche.
Si tratta di un fenomeno emergente di rinnovamento organizzativo nel campo dell’energia, basato su una rilevante innovazione tecnologica che offre l’opportunità agli attori locali di divenire protagonisti del sistema di produzione e consumo di energia.
Di questa importante novità, ci parla l’articolo di Luca Tricarico, Post-doctoral Researcher presso il Dipartimento di Business and Management della LUISS – Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli, pubblicato da Labsus.
Tricarico partendo dalla direttiva UE RED II, che ha dato una propria definizione di «comunità di energia rinnovabile», ci racconta come queste si siano diffuse e sviluppate e di come stiano profondamente cambiando il settore e soprattutto con quali nuove prospettive.
Il modello delle Comunità Energetiche si distingue infatti sia per l’introduzione dell’obiettivo precipuo di rendere effettivamente “partecipato” il mercato della produzione elettrica, che per l’ambizione di diventare una componente significativa del più ampio sistema di gestione energetica basato su fonti rinnovabili, massima efficienza energetica e garanzia dell’accesso all’energia al miglior costo per tutti.
L’autore, oltre ad una precisa contestualizzazione storico, sociale e culturale, ci fornisce altresì esempi pratici ed esperienze di successo, mappate attraverso un rapporto di ricerca prodotta da Luiss Business School ed RSE e oggi disponibili per gli interessati ad approfondire il tema.
Infine, particolarmente significativa la sottolineatura del profondo legame tra Comunità energetiche e cittadinanza attiva e di come le Comunità Energetiche rappresentino quindi dei dispositivi che bene sintetizzano la ricerca di tecnologie “correttive” al riequilibrio di potere tra cittadini e grandi operatori del mercato energetico verso soluzioni locali e resilienti ai grandi stravolgimenti che la globalizzazione genera.
Tricarico ci mostra insomma, come la partecipazione, anche su questo tema, giochi un ruolo chiave, trasformando anche l’“energia” non in un semplice bene economico o un fenomeno ecologico, ma in fenomeno sociale con riflessi in termini di giustizia sociale, di inclusione, di eguaglianza sociale ed economica, oltre che di governance.
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