Amministrazione Condivisa

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Playground Roma 70: un campetto che diventa bene comune

Ad un anno dalla firma del primo Patto con il Comune di Roma, il Campetto di Piero diventa il cuore del quartiere di Federica Scopetti

Era il 7 aprile del 2022 quando l’VIII municipio romano firmava il primo Patto di collaborazione della Capitale. Oggi, a poche settimane dalla tanto attesa approvazione del Regolamento per l’Amministrazione condivisa e la cura dei beni comuni del comune di Roma, Labsus torna a raccontarci del primo Patto di Roma, come buon augurio per il lavoro che i cittadini romani potranno svolgere a supporto della propria amministrazione, ora che la collaborazione partecipativa ha una cornice regolamentare che va oltre le singole aree verdi.

Di questo ci parla l’articolo di Federica Scopetti, ricostruendo il percorso del Playground Roma 70, conosciuto anche come ‘il campetto di Piero’ in onore di Piero, proprietario di un bar di zona che, già molto prima dei Patti di collaborazione, gestiva e si prendeva cura di questo spazio, e che oggi rappresenta il cuore del quartiere. Infatti quest’area ludico-sportiva è situata tra la chiesa e la scuola materna, un vero punto strategico e quindi luogo di incontro per tutti.

L’area è stata ristrutturata a seguito di una richiesta specifica dei cittadini, avanzata in particolar modo dal Comitato di Quartiere Grotta Perfetta e inserita quindi nell’ambito del bilancio partecipativo 2020

Dopo anni dedicati ai lavori e alla ricerca di un ente gestionale, la riapertura è stata possibile grazie alla firma del Patto di collaborazione. “Con il Patto – ci racconta la Scopetti - si è potuto assistere ad un vero rinnovamento del campetto che ha prodotto un impatto più che positivo: allenamenti e partite di basket, tornei di volley, eventi di beneficienza, feste per bambini, il campetto è sempre frequentato e chi lo frequenta si impegna a mantenerlo accogliente e funzionante.”

Se oggi il Playground Roma 70 è una realtà con alle spalle decine di associazioni e un fitto calendario di eventi e di attività, il merito è soprattutto dei cittadini che non hanno “mai mollato” sapendo creare una rete relazionale estremamente inclusiva.

La Scopetti, nel suo articolo, oltre a tracciare il percorso storico e anche il coraggio degli Amministratori dell’VIII municipio che hanno applicato per primi uno strumento pressoché sconosciuto a Roma, ci racconta l’impegno delle associazioni firmatarie del Patto, la divisione di compiti e responsabilità, descrivendo con molta sincerità i punti di debolezza e i problemi ancora aperti quali: l’assenza di un referente del municipio con cui dialogare e la mancanza dei pali di illuminazione pubblica, come previsto dal Patto, per permettere alle persone di poter usufruire di quegli spazi anche la sera. 

Ciò detto l’articolo traccia anche un primo bilancio di questo primo anno di attività, che ha visto un numero di presenze di frequentatori e di attività avviate che, nonostante le difficoltà, può rappresentare già un “saldo positivo”.

Per conoscere meglio il percorso, le prospettive progettuali e le persone che hanno dato vita a questa realtà, l’invito è alla lettura dell’articolo integrale.

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