Presidi civici e culturali: cosa sono, come possono sopravvivere, cosa fare insieme?
Come abbiamo tutti sperimentato, la pandemia covid che ha colpito la popolazione mondiale, ha provocato un brusco cambiamento delle nostre vite e delle nostre abitudini, causando un ridimensionamento della nostra vita sociale e contestuale crisi idi molte attività commerciali ma anche di tante attività legate alla cultura e al tempo libero. Circoli ARCI e associazioni, si sono infatti trovate nella situazione di dover comunque affrontare spese vive per mantenere le proprie sedi gli spazi occupanti, senza quelle piccole forme di autofinanziamento garantite dai propri associati e dalle attività prodotte.
Partendo da questa problematica, Daniela Ciaffi e Giulia Marra ci raccontano, in un articolo pubblicato su Labsus, come il pericolo di perdere questi importanti presidi culturali dei territori, abbia avviato alcune interessanti esperienze, facilitate anche da bandi dedicati.
In particolare, proprio per salvaguardare l’esistenza stessa di questi spazi “e delle forme di partecipazione che irradiano”, la Fondazione Compagnia di San Paolo ha lanciato il bando di carattere emergenziale ‘Rincontriamoci’, nella primavera del 2020, seguito, a febbraio 2021, dal bando ‘SPACE. Spazi di PArtecipazione al Centro’, un percorso di durata triennale finalizzato a sostenere la crescita e il potenziamento di questi spazi, basilari per la vita sociale ed il benessere di una comunità.
Di fatto, l’idea di fondo, era quella di creare nuove alleanze con gli associati e i frequentatori dei circoli/sedi, offrendo una disponibilità a coprogettare insieme l’uso degli spazi in una chiave di interesse generale.
Il bando ha selezionato quindi 100 presidi territoriali distribuiti tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, presenti tanto nelle città quanto nelle province e nelle aree interne, clusterizzati in Nuovi Centri Culturali, Centri Culturali Indipendenti e Centri di Aggregazione Civica secondo le categorie interpretative individuate da cheFare.
Labsus, in qualità di partner di progetto (insieme a cheFare, ARCI e la Rete delle Case del Quartiere), ha affiancato questi 100 presidi civici e territoriali del Nord-Ovest in questo percorso, ipotizzato quattro possibili ambiti in cui sperimentare processi di amministrazione condivisa: la co-progettazione degli usi e la co-gestione di uno spazio interno al presidio (un cortile che diventa una piazza di quartiere), di uno spazio altro, prospicente al presidio (la cura condivisa di un giardino pubblico) o, perché no, di uno spazio digitale (ad esempio una piattaforma virtuale come il Portale dei Saperi); infine, la co-produzione di un servizio immateriale (come una portineria di comunità).
Per conoscere i risultati di questo processo, oltre alla creazione della Comunità di Pratica SPACE, vi rinviamo all’articolo integrale delle due autrici.