Amministrazione Condivisa

Retake Roma si racconta: l’inclusione sociale attraverso la cura dei beni comuni

In attesa dell’approvazione definitiva del Regolamento per l’Amministrazione condivisa, alcune realtà associative di Roma hanno dato avvio ad attività e corsi di formazione per preparare i futuri "custodi della bellezza" di Raffaele Malizia, Marina Peci e Giuseppe Romiti

Il covid e la conseguente crisi, sanitaria ed economica, che la pandemia ha causato è stato un duro banco di prova per il nostro Paese, con ripercussioni non solo sulla vita e le abitudini delle persone ma soprattutto sul tessuto sociale, ampliando e approfondendo le tante disparità già presenti.

In mezzo alle difficoltà, infatti, le persone più fragili e più povere, hanno pagato, in termini di occupazione, isolamento, esclusione (per impossibilità di relazione e accesso a strumenti digitali), il prezzo più alto.

Questo preoccupante quadro, nella sua drammaticità, ha comunque dato nuovo slancio ad iniziative che hanno visto un rafforzamento del rapporto tra amministrazioni locali, associazionismo, forze sociali e gruppi di cittadini, impegnati insieme ad attutire gli effetti più negativi della pandemia, puntando alla costruzione di reti solidali e progetti che hanno riscoperto la dimensione comunitaria.

Da considerazioni analoghe e dall’osservazione delle nuove fragilità e povertà è nata l’idea del progetto Retake Roma per una comunità solidale, con l’obiettivo di svolgere attività di inclusione sociale attraverso la cura dei beni comuni, che è la specifica mission di Retake.

Il progetto, che si basa appunto in attività di riqualificazione, cura e piccola manutenzione di aree abbandonate al degrado della città di Roma, punta a rendere protagonisti del cambiamento persone disoccupate, immigrati, persone a rischio di emarginazione, offrendogli non solo la possibilità di imparare alcune attività utili, ma di aiutarli a recuperare socialità e fiducia in sè stessi.

Questa esperienza, che a Roma è partita nel 2021 dal rione Monti venendo formalizzata con un vero e proprio protocollo d’intesa, visto gli esiti positivi si è presto allargata .al quartiere San Lorenzo e punta a diventare un modello da diffondere sul territorio, allargando la partecipazione e i partenariati. 

Attraverso le testimonianze di Raffaele Malizia, Marina Peci e Giuseppe Romiti, volontari dell’Associazione Retake, diventate poi un articolo pubblicato da Labsus, scopriamo come il progetto è nato, si è sviluppato e ha cambiato la vita di chi ha partecipato ma anche come ha inciso sulla collettività anche sotto il profilo culturale, permettendo il superamento di pregiudizi e stereotipi.

 

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