Serve una politica “maieutica” per consolidare l’Amministrazione condivisa
…Un editoriale pubblicato da Labsus lo scorso mese, a cura di Rossana Caselli, sollevava interrogativi di largo respiro, individuando con chiarezza sintomi che potrebbero segnalare un iniziale indebolimento del “sistema” dell’Amministrazione condivisa di beni comuni nella Regione Toscana, dove esso pareva piuttosto consolidato, ma sappiamo che il fenomeno si presenta anche altrove. Perciò è tanto più preoccupante…
Con questo incipit Eugenio Petz, Responsabile dell’Ufficio Partecipazione e Cittadinanza attiva del comune di Milano e protagonista dell’elaborazione del Regolamento recante la disciplina dell’Amministrazione condivisa dei beni comuni di Milano e il Regolamento di attuazione dei diritti di partecipazione popolare, ha voluto condividere alcune riflessioni a partire da quei sintomi, da lui rilevati, che minano il concetto di Amministrazione Condivisa, così come i principi costituzionali sulla sussidiarietà orizzontale intendono, e principalmente:
- L’inadeguatezza dell’assetto organizzativo comunale;
- L’incertezza delle procedure per il trattamento delle proposte a vantaggio del rapporto diretto tra il funzionario, o il politico, e i promotori di progetti (estremamente significativa la definizione di “ponte tra la piazza e il palazzo”);
- La mancanza di comunicazione strutturata per la promozione delle opportunità di cura dei beni comuni, così come di attività di monitoraggio e accountability generale;
- L’interpretazione pragmatica e riduttiva del Patto di collaborazione, che viene visto come un mero veicolo di semplificazione procedurale.
Da questa prima analisi critica, nasce quindi un approfondimento, anche in termini filosofici di cosa si intenda per Amministrazione Condivisa, di come la cura dei Beni Comuni sia un diritto e di come rilanciare il patto tra Amministrazioni e Cittadini in un rapporto paritario che offra un modello alternativo di governo degli affari pubblici.
Petz, in particolare, si sofferma su tre linee di intervento, riassumibili in:
- Promuovere negli amministratori locali un commitment forte verso l’Amministrazione condivisa dei beni comuni, mediante l’integrazione di questa prospettiva nelle linee fondamentali del governo urbano, ad esempio nelle politiche di governo del territorio, e mediante la redazione di regolamenti solidi;
- Promuovere nella comunità della cittadinanza attiva il tema dell’Amministrazione condivisa, poiché, a suo avviso, la voce stessa dei cittadini è la forza più efficace per l’affermazione di un paradigma paritario di governo urbano;
- Dal momento che questo modello di governo non si avvale solo della cura dei beni comuni, ma anche di altri strumenti, stringere sinergie con le associazioni che promuovono l’ampliamento dei “diritti di partecipazione”, per un’azione concertata.
Per meglio comprendere nel dettaglio le prospettive che secondo Petz l’Amministrazione Condivisa offre nel gestire realtà locali sempre più complesse, l’invito è a leggere l’articolo integrale che l’autore ci propone.