Comunità di pratiche partecipative

La rete della partecipazione dell’Emilia-Romagna

Processi partecipativi ibridi: si può fare, ma non è una passeggiata

Un interessante articolo che, a partire da esperienze sul campo, ci offre spunti di riflessione su elementi di forza e debolezze

Prima di lasciarci per la pausa estiva, offrendo una continuità di dialogo e di stimolo per tutta la Comunità di pratiche partecipative regionale, siamo a proporvi il contributo di Luciano BarrilàGiulia BertoneGraziano MainoMichele Silva, pubblicato da Percorsi di Secondo Welfare, un sito dedicato alla partecipazione con particolare attenzione a processi relativi al sociale e al terzo settore.

L’articolo, partendo da esperienze concrete di progetti partecipativi ibridi, descrive analiticamente contesto, strumenti e metodologie utilizzate per garantire una continuità ai processi anche in tempo di covid, sottolineando le difficoltà incontrate, i problemi e le possibili soluzioni.

La modalità ibrida, anche se apparentemente può sembrare un ottimo compromesso, presenta infatti diverse problematicità.

Mescolare attività in presenza e da remoto, promuovere eventi in parte online e in parte in un contesto fisico, richiede una progettazione accorta e una conduzione potenziata per ottenere un buon coinvolgimento e un ingaggio piacevole e non dispersivo.

Riflettere insieme sulla tematica e sulle pratiche sia in qualità di progettatore/facilitatore o in veste di partecipante, è quindi essenziale non solo per dare continuità al nostro lavoro in un periodo ancora molto incerto sotto il profilo pandemico, ma una ghiotta occasione per valutare le potenzialità della modalità ibrida anche come prospettiva, finalizzata ad estendere le possibilità di partecipazione e di coinvolgimento.

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