Alberto Manzi. La coerenza e il non dare nulla per scontato
Nell’ambito dello studio “La didattica e la distanza, ricordando Alberto Manzi” a cura di Tania Convertini e Roberto Farné, la rivista Education 2.0 ha pubblicato un contributo di Franco Lorenzoni.
La riflessione parte dal racconto del primo giorno di scuola di una seconda elementare del 1950, quando, ad attendere i bambini, c’era un nuovo maestro, Alberto Manzi, che li condusse in un’ampia aula senza sedie…
[…] L’inizio illumina sempre ogni esperienza e la sottrazione delle sedie da parte di questo particolare maestro afferma, con la potenza di un gesto, che per apprendere davvero dobbiamo metterci in gioco e non dare mai nulla per scontato… esperienza concreta che rende quell’aula, fin dal primo giorno, un laboratorio permanente da pensare e costruire insieme. insieme, ciascuno portando da casa la sua sedia preferita e, con essa, una parte del proprio vissuto affettivo. Intorno alla sedia mancante, cioè a un’assenza, si sviluppa la prima ‘lezione’ del nuovo maestro, che intavola subito una discussione sull’origine di quell’oggetto, su come è stato inventato, accompagnando le ipotesi proposte dai bambini con il racconto del folletto Sediolino a cui un uomo rubò l’idea, cominciando a costruire panche e panchine per far sedere più persone fianco a fianco. La storia prosegue poi con un re che vuole una sedia tutta per sé e pretende un trono. E qui il maestro invita i suoi scolari a entrare, attraverso l’arte del narrare, nel suo mondo morale il cui principio sovrano è che su questa terra ci dev’essere posto e pari dignità per tutti […].
Approfondimenti:
- L’ articolo di Franco Lorenzoni sulla rivista Education 2.0