Maestri come Alberto Manzi (archiviata)

Raccolta e condivisione di informazioni, testimonianze ed elementi di riflessione sull’esperienza educativa dei docenti durante il periodo di quarantena.

Didattica, resilienza e ricerca di senso

Una riflessione sul nostro sistema educativo

Il prof. Luciano Cecconi, dell’Università di Modena è Reggio Emilia ha approfondito, nell’ambito dello studio: La didattica e la distanza, ricordando Alberto Manzi, a cura di Tania Convertini e Roberto Farné, il contesto del nostro sistema educativo, con i suoi vincoli e le sue opportunità prima della pandemia, per sottolineare che le difficoltà messe in evidenza dall’emergenza sanitaria esistevano già.

[…] Per esempio, gli spazi educativi, i luoghi di apprendimento in cui vivono fisicamente i nostri studenti, erano inadeguati e insicuri ben prima della pandemia e questo domani non faciliterà la ripresa in sicurezza del nuovo anno scolastico. Inoltre, l’assenza di un piano di formazione in servizio e un’età media del personale tra le più alte al mondo hanno impedito un reale rinnovamento della didattica e questo, durante l’emergenza, non ha messo i docenti nella condizione di usare in modo innovativo le tecnologie digitali […] […] Il problema, dunque, è a monte della pandemia e indipendente dalle tecnologie digitali: è nella qualità degli ambienti di apprendimento e, soprattutto, nella qualità della didattica, a prescindere dal fatto che questa avvenga in presenza o a distanza […]

[…] È certo che le difficoltà di accesso alle tecnologie hanno prodotto emarginazioni ed esclusioni tanto significative quanto intollerabili. Ma bisogna anche chiedersi quali sarebbero state le dimensioni di queste esclusioni se non si fosse fatto ricorso alle tecnologie […]

[…] In conclusione, l’esperienza della pandemia ha messo in luce una straordinaria resilienza del nostro sistema educativo. A differenza degli anziani delle case protette, drammaticamente falcidiati dal virus, il sistema educativo italiano pur nella sua fragilità ha resistito, riportando danni notevoli ma senza soccombere. Sono emerse criticità diverse per ogni grado dell’istruzione e di conseguenza differenti priorità d’azione. In tutti i casi, dalla primaria all’università, è emerso un urgente bisogno di ripensare luoghi, tempi e forme della didattica; per farlo serve il concorso di tutti, dalla scuola militante al mondo della ricerca accademica, serve un impegno collegiale che possa tradursi in un rinnovamento della didattica all’insegna dell’integrazione di tutti i metodi e di tutte le tecnologie disponibili. Non si tratta di inventare niente ma di censire e diffondere i risultati delle ricerche e le buone pratiche accumulati in questi ultimi anni.

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ultima modifica 2020-08-13T11:29:14+01:00
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