Due lezioni di Alberto Manzi sulla didattica a distanza
Tania Convertini riprende la riflessione sul Maestro Manzi: cosa avrebbe pensato il Maestro della didattica a distanza e quali delle sue tante lezioni potrebbero esserci utili oggi? Ad esempio, in tema di accesso e curiosità.
Accesso
Ogni persona, indipendentemente dalla sua condizione, dalla sua provenienza e dai suoi mezzi, ha, secondo Manzi, diritto all'istruzione. Non è mai troppo tardi si rivolgeva, infatti, proprio ai più deboli, agli emarginati dalla società, a coloro che, per ragioni diverse, erano sfuggiti alle maglie all'istruzione istituzionale.
Nel pensare oggi all'idea di accesso durante l’emergenza dettata dal COVID-19 non possiamo non considerare che collegarsi in remoto alla scuola da ‘casa’ significa cose diverse per studenti diversi. Talvolta prende la forma della tranquillità di spazi privilegiati in cui lavorare; altre volte significa invece un WIFI insufficiente e tre o quattro fratellini da accudire. È così che il divario digitale mette in evidenza il divario sociale mettendoci di fronte alla sfida dell’ineguaglianza, con tutte le responsabilità etico-educative che ne conseguono […]
Curiosità
Quella sulla curiosità è un’altra lezione importante che possiamo imparare da Alberto Manzi, il quale ben sapeva come stimolarla nei suoi alunni. Tutto l’insegnamento proposto dal maestro, nella classe come in televisione, era fortemente ancorato all'idea di apprendimento collaborativo attraverso la stimolazione dell’interesse […]. Se la lezione sulla curiosità è sempre fondamentale, lo è particolarmente quando la distanza fisica sottrae l’immediatezza della comunicazione. Attraverso la curiosità e la spinta alla scoperta, la didattica a distanza può rivelarsi strumento fondamentale di sviluppo del senso critico nell'uso dei mezzi digitali che la veicolano. La capacità di porsi domande, non dare per scontato ciò che lo schermo propone, può offrire l’opportunità di promuovere l’auspicata educazione digitale aiutando gli alunni a sviluppare le abilità necessarie nel ventunesimo secolo: pensiero critico, curiosità, iniziativa, ma anche consapevolezza sociale. Essere curiosi davanti a un computer diventa così sinonimo della capacità di non fermarsi alle verità apparenti da cui siamo circondati, imparando così ad andare a caccia dei fatti dovunque essi si trovino [...]
Le lezioni sull'accesso e sulla curiosità ci riconducono entrambe all'idea di cittadinanza attiva. Se la prima ci fa riflettere sulle responsabilità e le sensibilità che è necessario sviluppare nell'ottica dell’equità e dell’inclusione, la seconda ci offre strumenti e soluzioni che possono aiutarci in questo percorso. Siamo cittadini attivi, ed educhiamo cittadini attivi quando sappiamo innescare nuovi interessi, desiderio di conoscere e di andare oltre, nell'aula scolastica e al di fuori di essa.
Approfondimenti:
- L’articolo completo di Tania Convertini sulla rivista Education 2.0