Maestri come Alberto Manzi (archiviata)

Raccolta e condivisione di informazioni, testimonianze ed elementi di riflessione sull’esperienza educativa dei docenti durante il periodo di quarantena.

Il corpo a corpo della didattica

Roberto Farnè per la rivista Education 2.0

Continua sulla rivista Education 2.0 la pubblicazione di contributi nell'ambito dello studio: La didattica e la distanza, ricordando Alberto Manzi a cura di Tania Convertini e Roberto Farné.

Roberto Farnè ci fa riflettere partendo dalla considerazione di Alberto Manzi che, a proposito della sua esperienza di insegnante televisivo nei nove anni di "Non è mai troppo tardi", ha detto: «Io sono stato il “pupazzo televisivo”, quello che stuzzicava l’interesse della gente; il merito reale è dei 2.000 maestri mandati dallo Stato nei vari posti d’ascolto e che, dopo le trasmissioni televisive, dovevano seguire le persone nei loro effettivi apprendimenti […]

Quindi la televisione, ma anche avere in casa libri e enciclopedie erano, negli anni sessanta e settanta l’innesco, così come oggi lo può essere l’accesso alla rete ma è l’insegnante a “lasciare il segno”, non la tecnologia vecchia o nuova che accompagna una lezione, o la sua (non) presenza online, poiché per in-segnare bisogna essere vicini, corpo a corpo. Le tecnologie sono un valore aggiunto, importante, necessario (quando l’insegnante sa coglierne le potenzialità e farle sue), ma non sufficiente.

[...]

Approfondimenti:
  • L'articolo completo di Roberto Farnè sulla rivista Education 2.0

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ultima modifica 2020-10-06T11:22:09+01:00
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