Attori forti e attori deboli
Nel linguaggio comune alcuni attori sono considerati forti e altri deboli. Gli attori forti di solito sono le associazioni di rappresentanza economica (imprenditoriale e del lavoro) che dispongono di personale stipendiato, spesso qualificato, formato alla promozione e negoziazione degli interessi di categoria, oppure i rappresentanti di imprese medie o grandi o gruppi proprietari. Gli attori deboli sono le associazioni di volontariato o i comitati spontanei di cittadini, meno dotate di mezzi e con personale non stipendiato, che per recarsi ad incontri o eventi, in orario lavorativo, dovrebbe chiedere permessi (infatti molti ruoli di rappresentanza sono assunti da persone che hanno lavori autonomi o sono pensionati). Tuttavia anche tra gli attori deboli ci sono attori più deboli di altri, più o meno organizzati. Tali attori, cosiddetti deboli, sono però spesso in grado, su certe singole questioni, di trasmettere posizioni diffuse, di rappresentare meglio di altri il sentimento o l’opinione di molte persone e anche a mobilitarle per protestare o ostacolare un procedimento amministrativo.
Gli attori considerati forti, pur detenendo le stesse capacità degli attori deboli, invece, talvolta si defilano, non entrano nell’arena della discussione pubblica, perché molto spesso sono intimoriti dalla superiorità numerica (mobilitata) di posizioni contrarie alle loro o perché non vedono un immediato interesse rispetto agli sforzi da compiere, spesso negli orari non (standard) lavorativi che la partecipazione pubblica richiede (sabato, orari serali)
Coniugare questi due tempi della città non è scontato, è necessario condividere tali esigenze nel disegno del progetto e del Tavolo di negoziazione. Un modo è quello di cercare di aiutare con servizi o agevolazioni gli attori deboli a partecipare in orari standard e creare spazi di discussione, protetti, non affollati, ma trasparenti (dove i verbali sono dettagliati e si possono audioregistrare gli interventi). Gli attori forti, d’altro canto, vanno spesso spronati alla discussione, è necessario farli uscire dalla loro abitudine di parlare direttamente con gli amministratori o i funzionari tecnici, e sollecitarli pubblicamente ad entrare nell’arena della discussione pubblica quando si defilano. Questo compito è ovviamente prerogativa del personale politico, che attraverso la comunicazione istituzionale, esprime la propria leadership e il proprio stile di governo dell’ente