Amministrazione Condivisa

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Il percorso per l’attivazione di Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali

Il paradigma dell’Amministrazione condivisa nel contesto della transizione ecologica di Silvia Lazzari

Qualche settimana fa, con il bell’articolo di Luca Tricarico, avevamo iniziato ad affrontare il tema delle comunità energetiche. Un tema estremamente attuale, considerando che il modello energetico basato sulla produzione di energia da fonti fossili, rappresenta una tra le principali cause di emissioni di gas ad effetto serra.

Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, infatti, l’uso di energia fossile è responsabile del 77% delle emissioni di gas a effetto serra e necessita di un deciso superamento nella prospettiva del contrasto ai cambiamenti climatici.

In questo contesto la UE si è posta ambiziosi obiettivi di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile ma, tra le varie alternative, il modello delle comunità energetiche rinnovabili rappresenta un paradigma di particolare interesse per il potenziale coinvolgimento delle comunità locali, attraverso percorsi di cittadinanza attiva particolarmente qualificati.

Come si vedrà, infatti, le comunità energetiche rinnovabili sembrano rappresentare una preziosa opportunità per declinare i principi dell’Amministrazione condivisa nel campo della transizione energetica, coniugando la sostenibilità ambientale con quella economica e, soprattutto, sociale.

Questa consapevolezza, che ha anche spinto la stessa Regione Emilia-Romagna ad incentivare tali modelli con vari incentivi e persino con punteggi dedicati nel Bando Partecipazione 2022, offre quindi l’occasione di nuove riflessioni sui possibili sviluppi di tale modello e dei possibili impatti sulla collettività.

Nell’articolo di Silvia Lazzari, pubblicato da Labsus, con molto rigore si evidenziano gli attuali limiti della diffusione delle comunità energetiche, a causa di ritardi burocratici e assenza di regole attuative, offrendoci però una vision di quello che potrebbe essere una trasformazione positiva, passando dal semplice modello CER (Comunità energetica rinnovabile) al modello CERS (Comunità energetica rinnovabile e solidale).

L’autrice, non solo ci specifica quali implicazioni comporta una declinazione solidale delle comunità energetiche rinnovabili, sia in termini di democrazia che di contrasto a disuguaglianze e povertà, ma ci offre anche un esempio concreto, come quello della Rete di Economia Sociale e Solidale di Roma, dove un’amministrazioni locale pronta al dialogo ed alla co-amministrazione, nonché cittadini attivi, hanno dato vita ad una interessante sperimentazione.

Per approfondire il tema vi invitiamo alla lettura dell’articolo integrale.

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