Consultazioni pubbliche della Commissione Europea

La partecipazione riparte dalle donne

Tra le diverse consultazione pubbliche attualmente aperte dalla Commissione Europea, a cui stakeholder, associazionismo, e cittadini possono partecipare, ci preme sottolineare due importanti iniziative partecipative, relative ai diritti delle donne.

In particolare, proprio nella giornata dell’8 marzo 2019, si è aperta una consultazione sull’uguaglianza di genere in Europa che, attraverso un questionario, si pone l’obiettivo di individuare priorità e politiche su cui intervenire per colmare le tante disuguaglianze ancora presenti, di cui le donne sono vittime, e i gap esistenti tra i diversi Paesi della stessa Unione. Per accedere alla consultazione, che resterà aperta fino al 31 maggio 2019, è sufficiente provvedere ad una registrazione on-line tramite una propria e-mail o un proprio profilo social.

L’altra consultazione invece, riguarda la parità di retribuzione tra uomo e donna e, nello specifico, si tratta di recepire una valutazione sull’efficacia delle norme europee adottate sulla materia, in vista di una revisione dell’attuale regolamentazione. La consultazione pubblica, sempre accessibile tramite semplice registrazione o login se già registrati, resterà aperta fino a 4 aprile 2019.

L’invito è ovviamente a partecipare e fare pervenire il nostro parere ed eventuali suggerimenti in materia.

Infatti, mentre per i Paesi del Nord Europa, la partecipazione on-line alle consultazioni europee è una forma di democrazia apprezzata ed ampiamente utilizzata dai cittadini, gli italiani, già fanalino di coda ella UE per utilizzo di internet, spesso ignorano le tante opportunità di partecipazione che le istituzioni offrono anche nella predisposizione di atti importanti e decisivi per la nostra vita.

Ricordiamo che pochi mesi fa la UE aveva lanciato una consultazione sull’abolizione dell’ora legale, tema dal grande impatto sul risparmio energetico dell’Italia, a cui ben 4,6 milioni di persone hanno partecipato ma di questi, solo lo 0,04% dei rispondenti era italiano, la partecipazione più bassa in assoluto (fatta esclusione del Regno Unito).

Occorre quindi avere conoscenza dei processi e consapevolezza dell’impatto che la UE ha sulla legislazione e sulle politiche di ogni Paese membro, per poter intervenire nelle fasi di ascolto e consultazione, prima della predisposizione o la revisione di atti che incideranno sul nostro futuro.

A tale proposito, l’invito è quello di prendere visione delle consultazione aperte, su cui possiamo ancora “dire la nostra”, esaminando i temi di nostro interesse, anche attraverso la ricca documentazione che la UE mette a disposizione.

 

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