BioPiattaformaLab

A Sesto San Giovanni la conversione del termovalorizzatore gestita attraverso un processo partecipativo

Si sa, i temi legati alle riconversioni di termovalorizzatori o impianti industriali di grave impatto ambientale, sono spesso fonte di polemiche e contestazioni, a causa anche di gravi ed oggettivi disagi subiti, anche in un recente passato, dai cittadini residenti nelle zone limitrofe. 

Fortunatamente, le nuove tecnologie e una nuova sensibilità delle amministrazioni, in termini di sviluppo sostenibile, stanno portando molti comuni a rivedere decisioni nel meritocon l’obiettivo di provvedere al recupero e trasformazione di tante aree inquinate ed all’attivazione di percorsi condivisi con la popolazione. 

E’ questo l’esempio del processo BioPiattaformaLaborganizzato dai comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, Cologno Monzese, Segrate e Cormano attraverso Core Spa (Consorzio Recupero Energetici), in collaborazione con il Gruppo CAP (gestore del servizio idrico integrato della Città Metropolitana di Milano) e Ascolto Attivo Srl. 

Il progettofinalizzato alla trasformazione del termovalorizzatore e del depuratore adiacente, presenti a Sesto San Giovanni e che nel 2021 cesseranno la loro attuale attività, aveva l’obiettivo di creare un polo dedicato all’economia circolare, previo coinvolgimento di cittadini e stakeholder locali.  

Il processo partecipativo, iniziato nel 2018ha previsto: sia un programma di incontro con la cittadinanza (5 incontri)che la creazione di uno spazio informatico dedicato (piattaforma on line) attraverso il quale si sono rese accessibili a tutti le informazioni generali e i materiali tecnici del progetto, i report degli incontri, le slide sui temi affrontati, gli interventi conclusivi dei relatori con le risposte alle domande emerse. Su sito, previsto inoltre una sezione dedicata all’invio di osservazioni e domande, o anche la possibilità di presentare proposte specifiche da parte di ogni cittadino.  

Un percorso non sempre facile, ma che ha visto, man mano che i partecipanti hanno potuto verificare l’effettiva disponibilità di ascolto da parte delle amministrazioni, un protagonismo attivo che ha offerto preziosi contributi di miglioramento progettuale. 

In particolare, come l’apposita documentazione reportistica (in allegato) ha rilevato, ha soddisfatto la discontinuità, rispetto alle modalità decisionali normalmente adottate sul territorio, a cui è seguita una sollecitazione esplicita a intensificare le attività di partecipazione, creare momenti continuativi di dialogo e confronto sul progetto, dare maggiore spazio e attenzione ai contributi che possono venire dal territorio. 

Tra le proposte avanzate ed accolte dalle amministrazioni ricordiamo diverse opere a compensazione richieste dai cittadini attraverso risorse specifiche del Bilancio Partecipativo, come la progettazione per lo studio per la realizzazione di una pista ciclo-pedonale con cui connettere le aree verdi e il nuovo parco a Nord dell’impianto Cap-Core con la pista ciclo-pedonale a Sud lungo il Naviglio della Martesana. Oltre all’aggiornamento dell’attuale isola ecologica comunale con l’obiettivo di recuperare degli spazi esterni a verde per garantire il transito del percorso ciclo-pedonale lungo la sponda est del Lambro. Altre richieste raccolte durante gli incontri e specificate nella reportistica, saranno valutate dalle amministrazioni. 

Richiesta ed ottenuta anche la costituzione di una Rab (Residential Advisory Board), comitato di monitoraggio e controllo composto da cittadini, rappresentanti delle imprese e delle amministrazioni coinvolte, con l’obiettivo di facilitare la comunicazione, l'informazione trasparente e l'interazione tra l'impresa e i cittadini residenti nelle aree urbane circostanti gli impianti dell'impresa. Un organismo, eletto nel settembre scorso, volto a garantire quindi trasparenza su tutte le informazioni legate all’attività dell’impianto, prevedendo anche la possibilità per comitato di recarsi in cantiere ogni volta che lo riterrà opportuno, chiedere l’aggiornamento dei lavori e intervenire laddove vi fossero istanze.  

Il processo partecipativo quindi, ha fortemente caratterizzato il percorso, contribuendo a migliorare la costruzione di un progetto unico in Italia (esiste una struttura simile a Ginevra) che realizzerà una nuova struttura con due linee produttive: la prima dedicata al trattamento dei fanghi derivanti dalla depurazione delle acque per la produzione di energia termica e fertilizzanti; la seconda di digestione anaerobica per il trattamento dei rifiuti umidi (la cosiddetta Forsu, Frazione Umida Organica) per la produzione di biometano. 
 
L’impianto sarà carbon neutral (a zero emissioni di Co2) e in grado di impiegare i fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti prodotti dai comuni circostanti per produrre biometano, energia pulita ed eco-fertilizzanti. 

Associazioni e cittadini, continueranno a presidiare ogni tappa del progetto, anche attraverso la presenza all’interno della stessa RAB, sia prevedendo incontri periodici, ed in particolare nelle fasi più delicate della riconversione dell’impianto, sia attraverso l’introduzione di strumenti moderni per la condivisione in tempo reale dei dati, che co-progettando momenti e spazi di educazione ambientale con particolare attenzione alle scuole.  

 
Lo svolgimento del processo ha messo in evidenza che la trasparenza e l’informazione corretta e tempestiva alla popolazione resta la via per riconquistare la fiducia dei cittadini e il modo giusto per stimolare comportamenti collettivi virtuosi nel merito della sfida che lo stesso nuovo impianto lancia, quali l’attenzione ad una raccolta differenziata dei rifiuti e l’importanza delle azioni quotidiane di tutti per un contrasto efficace dei cambiamenti climatici.  

 

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