Covid-19, qual è il ruolo delle pratiche partecipative nelle arti dello spettacolo?
Le democrazie europee, soprattutto di fronte all’attuale emergenza sanitaria, hanno bisogno di un uso consapevole delle pratiche partecipative. Questo è tanto più vero nel campo culturale, in particolare delle produzioni artistiche, fra i più colpiti dalla crisi globale da Covid-19.
Il progetto Be SpectACTive!
Basti pensare, fra i tanti esempi, al percorso intrapreso da Be SpectACTive! un progetto europeo di larga scala, nato nel 2014, supportato dal programma "Europa Creativa" dell'Unione Europea, che vuole favorire lo scambio di pratiche e sperimentare modelli di co-creazione che coinvolgano gli artisti, il pubblico, i professionisti, nonché le organizzazioni e le istituzioni culturali, attraverso attività in ambito locale ed europeo. Il progetto ha l’obiettivo di costituire una rete internazionale – orientata alla produzione – dei più innovativi progetti europei che rendano attivamente partecipi gli spettatori nel settore delle live performing arts. Attualmente sono 19 i partner del network costituito da teatri, compagnie di produzione, festival internazionali di teatro e danza, università e centri di ricerca in 15 paesi dell'UE.
Il contesto globale
Negli ultimi anni diversi eventi nello scenario internazionale hanno influenzato la sfera politica e culturale e quindi la vita stessa dei progetti quali Be SpectACTive!: dalla crisi globale del 2008, fino all’attuale diffondersi di forme di populismo, passando per gli attacchi terroristici e la Brexit. È il 2014 l’anno in cui l’UE lancia il programma Europa Creativa, dedicato alla cultura e alla creatività, e con esso le priorità dell’audience development e l’audience engagement, all’insegna del “creare insieme al pubblico” invece di “creare per il pubblico”.
La seconda edizione di Be SpectACTive! (2018-2022)
Nel 2018 Be SpectACTive! è stato finanziato nuovamente dal programma europeo per un ulteriore quadriennio (2018-2022). Fra i temi principali affrontati dalla seconda edizione del progetto troviamo la necessità di “creare e crescere insieme” alla base per lo sviluppo di una progettualità partecipativa europea. E ciò grazie alla costruzione, col tempo, di relazioni creative, rapporti fiduciari, un ambiente comune in cui riconoscersi e “sentirsi sicuri”. Uno scambio relazionale e processuale in cui lo spettatore/cittadino assume il ruolo di prosumer o di creative user. Non più solo cioè un consumatore, ma un attore attivo che aggiunge valore e collabora alla creazione dei contenuti.
Inoltre, nell’ultima edizione di Be SpectACTive! è stata individuata la figura professionale del community manager, interlocutore privilegiato per gli artisti e un facilitatore negli scambi creativi tra cittadini, spettatori, artisti e soggetti del network stesso; in secondo luogo, è stato introdotto un sistema di valutazione qualitativa interna delle diverse azioni condotte tra i partner; infine, si è rafforzato il processo di action-research (ricerca-azione) con l’obiettivo di una maggiore comprensione critica dei processi nel loro svolgimento.
Un ulteriore elemento della seconda fase del progetto è la prospettiva trans-locale intesa come cooperazione fra le varie organizzazioni, teatri, festival, università, centri di ricerca per progettare e produrre azioni creative, a cavallo tra le città e prescindendo i confini geografici, ma anche riuscendo a superare le differenze dei singoli partner a livello economico, sociale, culturale e di visione politica.
Il ruolo delle pratiche partecipative nella pandemia da coronavirus
L’attuale emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha fatto emergere il conflitto tra la cooperazione trans-nazionale – propria dei programmi europei come “Europa Creativa” – e la l’opposta tendenza degli stati nazionali a riaffermare la propria egemonia. Inoltre, ha sottolineato la difficoltà a cooperare per un bene comune e, quindi, far circolare risorse economiche e informazioni. Una situazione che ha rivelato la precarietà economica di diversi settori, tra cui quello culturale, nonostante venga spesso evocato quale prezioso “rimedio medicamentoso” per curare la drammatica situazione sociale che stiamo vivendo.
Al di là di ogni prematura considerazione in merito allo stato presente, di certo esempi quali il progetto Be SpectACTive! ci inducono a pensare che le decisioni di natura politica sulla crisi globale non possono prescindere da buone pratiche partecipative che connettono, attraverso forme collaborative, differenti contesti culturali, politici ed economici.
Approfondimenti