La sussidiarietà in tempi di coronavirus

Come stanno affrontando l’emergenza i progetti di rigenerazione condivisa dei beni comuni? Di Rossana Caselli

In questi tempi difficili, l’accesso ai luoghi normalmente adibiti alla partecipazione (piazze, strade, giardini, teatri, sale pubbliche) è vietato o fortemente limitato a causa del coronavirus ed è lecito domandarsi se è possibile comunque trovare forme di condivisione o di progettualità partecipata. 

È infatti proprio in questi momenti che situazioni di isolamento, solitudine, difficoltà nella fruizione dei servizi forniti online dalle Pubbliche Amministrazione, stanno mettendo in crisi molte persone, anziane ma non solo. 

Temi come la violenza domestica, la mancanza di strumenti tecnologici, le disabilità, hanno fatto scattare una collaborazione inedita tra cittadini ed istituzioni, che ha reso possibile una serie di attività molto interessanti, vere e proprie forme di sussidiarietà alimentate dalla cittadinanza attiva. 

In questo articolo di Labsus laboratorio della sussidiarietà ,redatto da Rossana Caselli, alcuni esempi concreti di come si possa comunque agire a vantaggio del bene comune. È il caso degli Embematici in azione sui territori di Lombardia e Piemonte che hanno saputo avviare sperimentazioni di servizi di prossimità a supporto della domiciliarità ‘forzata’ di persone fragili attraverso il rafforzamento di una rete di cittadini, terzo settore ed enti locali. 

Leggi l’articolo sul sito di Labsus 

 

 

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