Regione Emilia-Romagna: Covid-19, dai problemi alle opportunità

Analisi, innovazione e riorganizzazione delle attività: perché niente sarà più come prima

L’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese e tutto il mondo, non solo ha cambiato le nostre vite e le nostre abitudini ma ha inevitabilmente comportato un impatto, diretto ed indiretto, su tutti i servizi pubblici, sanitari e non solo. 

Se per gli ospedali l’attività principale è stata fronteggiare il contagio in una battaglia frontale, i servizi sociali e sanitari, le attività legate ai settori educativo scolastici, i servizi alle imprese, il controllo del territorio, le attività culturali, insomma, tutti i settori della Pubblica Amministrazione, sono stati costretti a mettere in discussione la propria organizzazione, fronteggiando nuovi problemi e nuovi bisogni dei cittadini. 

Ora, in una fase di allentamento del contagio, diventa così strategico capire cosa è successo, quali impatti ha comportato questa pandemia; quali reti, quali energie, quali pratiche ci hanno consentito di resistere e superare la fase più acuta; come i bisogni dei cittadini sono cambiati e come la pubblica amministrazione dovrà cambiare per rimettere in moto il Paese. 

Anche la Regione Emilia-Romagna non ha fatto eccezione. Dopo aver affrontato in primis la situazione emergenziale, oggi la sfida è capire quali trasformazioni resteranno anche dopo il coronavirus e come adeguare il sistema dei servizi. 

È questo lo spirito con cui l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale, in stretta collaborazione con altre Istituzioni e Enti nazionali, europei e internazionali che si stanno interrogando su quali impatti sociali porterà questo stato emergenziale, ha voluto istituire l’Osservatorio dinamico di Pratiche Innovative. 

L’obiettivo è quello di trasformare anche questa drammatica esperienza in un momento di ascolto ed apprendimento, raccogliendo e mappando le buone pratiche che si sono approntate sui territori, mettendole a sistema ed elaborandole per trarne strategie operative e comprenderne l’impatto in un prossimo futuro. 

Un intervento che si fonda sulla collaborazione amministrativa e che consentirà di dare rilevanza anche alle pratiche di sussidiarietà nate attraverso “patti” tra istituzioni locali e le reti dell’associazionismo e della cittadinanza attiva, nel comune sentimento di salute pubblica bene comune. 

Un lavoro strettamente intrecciato con la Comunità di Pratiche partecipative regionali che, attraverso una sezione della Piazza dedicata, lancerà nei prossimi giorni il nuovo progetto RiPartecipiamo”, finalizzato a raccogliere le esperienze di rielaborazione e di innovazioni apportate ai processi partecipativi già attivi o nati a causa del coronavirus, con il fine di mettere queste esperienze a disposizione di tutti e dare nuovo slancio alla partecipazione anche con nuovi strumenti e modalità. 

Per saperne di più ed eventualmente partecipare al progetto, continuate a seguirci. 

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