Spazi collaborativi, nuove forme di lavoro e innovazione

Il quadro della realtà regionale nell’indagine di Unimore

Unimore (Università di Modena e Reggio Emilia) ha realizzato attraverso Opera - l'Unità di Ricerca del Dipartimento di Comunicazione ed Economia - uno studio sulle nuove forme di lavoro e la diffusione degli spazi di collaborazione e dei co-working in Emilia-Romagna. L'analisi è stata cofinanziata dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sociale Europeo 2014/2020

Il lavoro è nato con l’obiettivo di monitore le realtà oggi esistenti e di capirne benefici ed effetti in termini di innovazione sociale ed economica. Esso ci offre inoltre l’occasione per meglio comprendere le diversità di proposta degli spazi condivisi e le opportunità offerte, anche in termini di partecipazione.  

Gli spazi di collaborazione nascono come luoghi dove lavoratori e professionisti, di diversi settori e con differenti background formativi, svolgono la loro attività di lavoro a contatto l’uno con l’altro (Capdevila, 2015; DeGuzman e Tang, 2011; Pais, 2013), ma diventano presto spazi di sperimentazione, interazione sociale, nonché luoghi polifunzionali atti a condividere più attività rispondendo a molteplici esigenze, offrendo inoltre, agli amministratori locali, un’importante opportunità per realizzare processi di rigenerazione urbana finalizzati a riqualificare edifici e luoghi abbandonati e in disuso.   

Nello specifico l’indagine è stata divisa in due fasi: 

  • nella prima si sono mappati gli spazi di collaborazione operativi in Emilia-Romagna, censendone 151 (erano solo 13 nel 2010) e aggregandoli per provincia, tipologia, dimensione, obiettivi perseguiti; 
  • la seconda è stata invece un’indagine sul campo, tramite interviste a gestori e frequentatori, con osservazione diretta di alcuni spazi, perseguendo l’obiettivo di approfondire le motivazioni e le esigenze dei lavoratori che li frequentano, le modalità e le condizioni attraverso cui è svolto il lavoro, gli impatti generati dalla frequentazione degli spazi sulla loro professionalità e le caratteristiche dell’ecosistema socioeconomico (e di innovazione) in cui sono inseriti.  

Ne è emerso uno spaccato di grande interesse, che ci mostra come in Emilia-Romagna ci sia uno sviluppo continuo di spazi collaborativi, che interessa tutte le province e i centri cittadini di qualsiasi dimensione 

Anche la tipologia copre una vasta gamma di offerte. Se la prevalenza di spazi resta ancora di co-working (quasi un caso su tre) sono comunque presenti un numero rilevante di fab-lab, incubatori (e/o acceleratori) e spazi polifunzionali (glossario all. Tabella 1 della ricerca)   

Una delle realtà più interessanti presenti in tutti i capoluoghi di provincia sono i laboratori aperti e gli hub culturali e/o creativi che hanno spesso visto, a monte della propria nascita, processi partecipativi veri e propri per la rigenerazione di locali in zone industriali/periferiche o il riutilizzo di spazi ed edifici, anche centrali, ma in disuso.   

Questo tipo di esperienza si è concretizzata in articolati interventi della Regione, con il coinvolgimento trasversale di vari assessorati dell’ente e dei territori, quali ad esempio le attività di Laboratori Aperti Emilia-Romagna o  attività ideate dalla Comunità di Pratiche Partecipative regionali, attraverso il percorso  Autoscuola della Partecipazione, come il progetto in corso di rigenerazione urbana finalizzato alla costruzione di un hub regionale per il riuso temporaneo.   

  

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