Sport, i Patti per gestire gli spazi pubblici

Percorsi di collaborazione per la rigenerazione di aree sportive (articolo a cura di Labsus)

Le conseguenze del lockdown sulla salute dei cittadini italiani sono state enormi, e non ancora tutte quantificabili.

Se già sui dati su contagi e vittime ci sono dubbi interpretativi degli esperti, una cosa invece certa è che l’impossibilità di muoversi liberamente fuori dall’ambiente domestico, di praticare lo sport in ogni sua forma, a tutte le età, in contesti organizzati o informali, ha contribuito ha peggiorare la salute collettiva.

Aumenti di peso generalizzati (2kg di media) che purtroppo non solo procureranno i tanti temuti problemi estetici (questo il motivo principale per cui il 33% degli italiani pratica sport, a fronte del 20% della media europea) ma che contribuiranno a peggiorare le patologie associate alla vita sedentaria, quarto fattore di rischio di mortalità a livello globale.

Ma oltre al blocco delle buone abitudini, il covid19 ha purtroppo ha messo in discussione i luoghi dello sport e soprattutto la sua funzione sociale.

Lo sport infatti, anche quando praticato individualmente, si svolge in contesti collettivi.

Anche con la riapertura di impianti sportivi, circoli, palestre, parchi e contesti urbani, per mantenere la sicurezza, sarà inevitabile adottare norme e protocolli che ne condizioneranno la pratica, rendendo l’utilizzo dei già pochi spazi/edifici pubblici dedicati, una sfida gestionale non indifferente per i Comuni.

Lo spazio pubblico – che risponde anche alle esigenze di essere elemento di uguaglianza e pari opportunità - rischia così di esasperare la sua natura di spazio conteso.

Nell’articolo di Labsus a cura di Tommaso Iori viene ben evidenziato che le aree diventate oggetto di un processo di condivisione tra amministrazione, associazionismo e cittadinanza sono pochissime.

Nel Rapporto 2019 di Labsus emerge infatti, che solo il 3% dei Patti di collaborazione sottoscritti l’anno scorso riguarda lo sport.

Un gap che oggi rischia di ampliarsi ancora di più e che deve trovare la giusta attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche, chiamate a trovare un delicato equilibrio tra contratti e concessioni in essere, alla necessità di aumentare le opportunità di sport per tutti i cittadini, la qualità dello spazio pubblico e alla concreta universalità del suo utilizzo.

E’ quindi necessario ripartire dai pochi esempi presenti, per dare impulso, ora più che mai, a questi Patti, anche pensando a possibili percorsi di collaborazione per la rigenerazione di spazi pubblici da adibire allo sport e gestire in maniera condivisa e sinergica.

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