Bologna: Domani è un altro mondo

Ripartiti dal 22 aprile gli incontri curati da Altre Velocità, riflessione attorno alla città e al suo rinnovamento

Infanzia, città, apocalissi, undergound e futuri che bruciano, questi i temi proposti da 4 incontri con artiste e artisti, intellettuali, scrittori e scrittrici del nostro tempo, in un dialogo diretto con ragazze e ragazzi per immaginare la società di domani.

Partito il 22 aprile scorso, con un appuntamento che insieme a Marco Baliani ha affrontato il tema “Nella casa di cristallo: infanzia e città ai tempi della grande epidemia”, il ciclo di incontri prosegue con il seguente calendario:

Venerdì 30 aprile, ore 18
“Fotografare l’apocalisse. Cambi di sguardo per un mondo in crisi”. Incontro con Michele Smargiassi e Michele Lapini. 

La fotografia permette di “congelare” istanti e prospettive di cui altrimenti non ci accorgeremmo; ha il compito, appunto, di cogliere l’invisibile nel visibile. Cosa significa, allora, provare a fotografare ciò che per definizione sfugge ai nostri occhi? Com’è possibile “dare immagine” a quello che è infinitamente piccolo e inafferrabile, come il virus del Covid-19, e a quanto invece eccede il nostro sguardo e ci può apparire a tutta prima qualcosa di astratto, come il concetto di “antropocene”?
Da reporter attento e militante, Michele Lapini ha di recente esplorato queste dimensioni con il suo progetto Antropocene e con la collaborazione al gruppo di fotografi nato durante la pandemia “Arcipelago-19”. La sua esperienza sarà messa in dialogo con il pensiero di Michele Smargiassi, giornalista e studioso di immagini fotografiche, per creare un benefico disorientamento sul presente.

 

Venerdì 7 maggio, ore 18
“Che fine ha fatto l’underground?”. Incontro con Zimmerfrei. Se consentito dalle norme anti-covid l'incontro si potrebbe svolgere anche in presenza ad Atelier Sì (Via San Vitale 69, Bologna)

Dopo anni di diverse amministrazioni e politiche cittadine, dopo dinamiche globali che hanno ridisegnato i rapporti fra città e cittadinanza, fra realtà di quartiere ed esperienza di comunità, cosa è rimasto delle idee radicali di autodeterminazione e creazione artistica? In che modo è possibile articolare il rapporto tra arte e politica oggi? Negli anni Novanta molti luoghi dell’underground bolognese, dagli spazi autogestiti alle compagnie teatrali indipendenti, erano diventati punti di riferimento essenziali non solo per la città ma anche a livello nazionale, sia per la sperimentazione e l’offerta culturale, sia come incubatori di aggregazione sociale. È possibile raccogliere una tale eredità? Con il collettivo Zimmerfrei, che nel suo percorso ha indagato le “connessioni nascoste” fra gruppo e singoli, fra limiti materiali e aspirazioni utopiche, proveremo a discutere di cosa significa porre il futuro al centro del proprio agire presente.

Mercoledì 26 maggio, ore 16
“Il futuro brucia” (talk radio live). Incontro con Sotterraneo, Collettivo Cinetico e Kepler-452. Se consentito dalle norme anti-covid l'incontro si potrebbe svolgere anche in presenza all’Arena del Sole (Via Indipendenza 44, Bologna). 

Con l’arrivo del Covid-19 molti scenari pensati come fantascientifici si sono, a una velocità impressionante, fatti realtà. Cosa può fare dunque il teatro contemporaneo, se non continuare a essere antenna anche per produrre nuovi immaginari? Insieme a tre compagnie con cui Altre Velocità ha dialogato nei mesi scorsi per costruire un progetto di direzione artistica che non sarà mai realizzato, allestiamo una talk radio dal vivo per parlare del futuro e per risorgere dalle ceneri della mutazione socio-antropologica avvenuta negli ultimi decenni.

L’intento degli incontri è quello di mettere in luce temi e questioni capaci di stimolare e alimentare la riflessione attorno alla città e al suo rinnovamento, soprattutto ora che l'emergenza sanitaria ha imposto brusche accelerazioni e profondi cambiamenti, e di farlo coinvolgendo direttamente figure provenienti da differenti ambiti, chiamate a condividere saperi, visioni e pratiche. Il dialogo fra discipline vuole infatti essere occasione di contaminazione e scardinamento di chiusure e settorialismi. La trasmissione di conoscenze e metodi, invece, è un’opportunità di scambio virtuoso fra membri di una comunità, stimolo al pensiero critico e all’immaginario futuro.

Domani è un altro mondo è parte di “Così sarà! La città che vogliamo, promosso dal Comune di Bologna, realizzato da Emilia-Romagna Teatro Fondazione, finanziato dall’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020.

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