I commons rurali: un’alternativa concreta di gestione del territorio

Alla ricerca delle pratiche collettive di cura dei Beni comuni in aree rurali di Sara Favargiotti, Maddalena Ferretti, Cristina Dalla Torre, Bianca Elzenbaumer

E’ un’interessante esperienza quella che Labsus ci propone questa settimana, attraverso l’articolo scritto dalle stesse protagoniste, quattro donne, quattro ricercatrici che ci raccontano la nascita di un’idea ed il percorso progettuale che ne è scaturito.

Tutto è partito dal voler approfondire le dinamiche di sviluppo e gestione del territorio offerte dalle pratiche emergenti di commoning e dall’amore per il proprio territorio.

Le “aree rurali” o periferiche, dove vive il 58% della popolazione europea, sono spesso zone scarsamente popolate, per lo più caratterizzate dalla produzione silvo-pastorale e agricola e dalla presenza di strutture insediative decentralizzate e policentriche.

Si tratta quindi di aree i cui abitanti affrontano problemi non semplici, spesso in situazioni di fragilità economica, ma che proprio davanti alle molteplici difficoltà hanno cercato e trovato vie di sviluppo del territorio alternative, adottando azioni di innovazione sociale, progetti di rigenerazione dello spazio, ed economie diversificate attente alla comunità e al contesto ambientale.

Da qui è nato un progetto che, partendo dalla raccolta e mappatura delle buone prassi adottate da chi viveva questo tipo di esperienza, ha poi creato un luogo dove scambiare idee, modelli, pratiche.

Tra maggio e giugno 2021 tre territori trentini (Giudicarie, Vallagarina e Terragnolo), dall’intuizione di Sara , Maddalena, Cristina e Bianca, hanno così ospitato la prima edizione del Rural Commons Festival: da Ovest a Est“, un festival itinerante dedicato ai Beni comuni e alle pratiche rurali collettive (rural commons), coinvolgendo associazioni, istituti di ricerca, università, imprese sociali, movimenti e gruppi informali interessati ad iniziative di cura e gestione collettiva del territorio.

L’evento, quindi ha avuto come obiettivo principale l’esplorare e celebrare quelle pratiche collettive che si prendono cura dei Beni comuni e, conseguentemente del proprio territorio, promuovendo la costruzione di una comunità più inclusiva e che si autorigenera.

Nell’occasione, attraverso una serie di dialoghi e confronti, si è cercato di costruire assieme una definizione di commons rurali arrivando a condividere che commons rurali sono quelle pratiche, attività, progetti, sistemi, strategie collettive di cura, rivitalizzazione, valorizzazione del territorio e delle sue risorse, ritenute importanti da una comunità di persone.

Tre sono gli elementi fondamentali dei commons ruralila comunità di persone che riconosce come importante la presenza di beni comuni materiali e immateriali (quali elementi, beni, risorse, bisogni, idee, spazi), che vanno curati collettivamente attraverso azioni e accordi di commoning ovvero regole e responsabilità che la comunità si dà per gestire collettivamente il bene.

Proprio alla luce di queste nuove consapevolezze, si sono poi approfondite esperienze pratiche, per valorizzarle ed evidenziare la loro diversità sia riguardo ai temi di cui si occupano, sia per le forme organizzative e di gestione che propongono.

L’articolo, oltre a raccontare lo sviluppo elaborativo del progetto e descriverci alcune azioni pratiche, ci fornisce una importante chiave di lettura sulle relazioni necessarie affinché l’esperienza prosegua e si allarghi creando contaminazione tra le varie comunità e diventando un’alternativa concreta e attuabile di gestione e governo del territorio

Per scoprire le strategie che le quattro ricercatrici suggeriscono, l’invito è a leggere l’editoriale nella sua forma integrale.

 

 

 

 

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