Il “mosaico” dell’Amministrazione condivisa

Ricostruire le tessere di un mosaico di norme e di scelte amministrative, per una corretta narrazione dell'Amministrazione condivisa di Luca Gori

Da quando è partita la collaborazione tra l’Area Partecipazione della Regione Emilia-Romagna e Labsus, abbiamo preso l’abitudine di offrire, settimanalmente, esempi di Patti Collaborativi e di esperienze partecipative locali, alternandoli a ricerche o approfondimenti di impronta giuridica sul tema della sussidiarietà e dell’amministrazione condivisa.

La alla luce di una situazione normativa in piena evoluzione, anche a seguito delle esperienze prodotte durante l’epidemia covid, Luca Gori ci propone una interessante riflessione che cerca di darci un quadro di insieme in un momento “cruciale” sia sotto il profilo giuridico sia sotto quello culturale. 

In particolare, ad una attenta desamina delle normative già adottate: dal Codice del Terzo settore (d.lgs. n. 117/2017) che, all’art. 55, definisce un vero e proprio modello di condivisione della funzione pubblica riservato ai soli enti del Terzo settore, alla Corte costituzionale con la sentenza n. 131 del 2020, dalle modifiche al Codice dei contratti pubblici alle Linee guida applicative, adottate con il D.M. n. 72 del 2021, Gori regista comunque il fatto che il diritto recepisce le innovazioni sociali con un certo ritardo rispetto a quando esse si verificano nel corpo sociale.

Nel suo articolo, sono quindi segnalati anche esperienze ed interventi legislativi locali, in particolare della Regione Toscana, che stanno comunque contribuendo ad un importante arricchimento della narrazione sull’ “Amministrazione Condivisa”, quali il welfare generativo e le cooperative di comunità.

Uno spaccato quindi molto stimolante ma non esente da pericoli visto che i concetti di Amministrazione condivisa stanno camminando molto rapidamente tanto da rischiare quasi di non tenere il passo, e di perdere così l’immagine di insieme.

La proposta di Luca Gori è quindi quella di imparare ad unire i diversi punti e tracciare un quadro complessivo – a partire proprio dalle diverse esperienze regionali – magari attraverso un testo unico compilativo che tenga insieme tutte le diverse espressioni dell’Amministrazioni condivisa o, forse più semplicemente, ad un “censimento” attento dei diversi casi. 

Un sasso nello stagno, i cui obiettivi sono ben sviluppati nell’articolo che vi proponiamo integralmente.

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