La piccola Zoe risveglia le energie sopite in tutta la comunità
Quando si parla di ambiente, riciclo, cura del bene pubblico, difficilmente ci viene da pensare che possano essere temi di interesse per un bambino. Eppure, anche i più piccoli, in maniera naturale, amano la natura, il bello e comprendono perfettamente i problemi di sostenibilità e l’importanza di curare la loro città. Anzi sono spesso i più piccoli che nel loro entusiasmo, vuoi per salvare degli animali o per riqualificare zone degradate, ci richiamano ad una precisa responsabilità.
La storia che Michele Crescini ci racconta, attraverso il portale di Labsus, è proprio quella che vede una bambina di 7 anni, protagonista di una battaglia che è diventata di tutta la comunità.
La piccola Zoe, residente a Bedizzole un piccolo Comune dell’entroterra gardesano nella provincia di Brescia, è sempre stata molto sensibile ai problemi ambientali tanto che, durante le passeggiate con la sua famiglia, spesso lamentava il fatto di vedere in giro spazzatura abbandonata che dava una bruttissima immagine della sua città.
Zoe però, non si è limitata alla lamentela ma voleva fare qualcosa e quindi ha chiesto alla mamma di parlare con il sindaco, per chiedere il permesso di raccogliere lei stessa i piccoli rifiuti gettati a terrà e non negli appositi raccoglitori.
Il Sindaco, apprezzando la generosità e il senso civico della bambina, non solo le ha concesso il permesso ma ha addirittura voluto sottoscrivere con lei un patto collaborativo vero e proprio che, essendo il primo realizzato dall’amministrazione Comunale, è diventato un “patto cornice” dove sono enunciati i valori su cui si impernia la progettualità civica, i principi che governano l’azione amministrativa condivisa e che sancisce le finalità e gli obiettivi condivisi perseguiti da chiunque volesse o vorrà prendersi cura del paese.
Il gesto di Zoe, è stato proprio un seme che ha iniziato presto a germogliare. Altri bambini, sempre dell’età di Zoe o poco più grandi, hanno a loro volta deciso di raccogliere i rifiuti abbandonati e di prendersi cura delle aree adiacenti alle proprie abitazioni e le vie limitrofe. E, le loro famiglie, li hanno seguiti.
In poco tempo la partecipazione dei cittadini si è allargata, arrivando a sottoscrivere ben 18 patti collaborativi in un anno e coinvolgendo 70 persone che sono diventate, a tutti gli effetti, custodi della bellezza, visto l’impegno a curare 12 zone della città, anche grazie al sostegno del Progetto Legami Leali, finanziato da Fondazione Cariplo.
Una cosa particolarmente interessante è che molti dei sottoscrittori dei patti collaborativi sono bambini/ragazzi dai 7 ai 16 anni, dimostrando che anche se piccoli, si può fare la differenza.
Per conoscere i dettagli di questo percorso di riattivazione civica e leggere una breve intervista alla bambina, vi rimandiamo all’articolo integrale.