Resistenza tutti i giorni: un Patto per ricordare
Si sono appena spenti gli echi del 25 aprile “Festa della Liberazione” che, anche quest’anno purtroppo, ha visto un forte condizionamento nelle sue manifestazioni, a causa del covid.
Molte amministrazioni, enti, fondazione e associazioni, a fronte della pandemia, hanno comunque deciso di organizzare celebrazioni o percorsi della memoria, attraverso l’uso di strumenti digitali e facendo perno sulla partecipazione dei cittadini, con particolare attenzione ai ragazzi.
Dalle raccolte di disegni a tema, foto storiche, racconti familiari, fino all’evento organizzato da ANPI, che invitava a portare un fiore presso vie e piazze dedicate a partigiani ed antifascisti alla presenza, possibilmente, di figli e nipoti a cui passare un simbolico testimone, sono state veramente tante le iniziative che hanno messo insieme il binomio memoria e partecipazione civica.
L’esperienza che Pasquale Bonasora per Labsus ci descrive nel suo articolo, relativamente al Comune di Bucine (Arezzo), oltre a questi due temi ha unito anche i beni comuni.
Proprio il 25 aprile scorso è stato infatti presentato un video ‘Noi ricordiamo. Valdambra estate 1944’, realizzato a cura dei volontari per la salvaguardia dei luoghi della memoria, un gruppo di cittadini attivi sul territorio.
Nel filmato vengono dati volti e voci ad Eugenio Del Cucina e a Marsilio Gagliaghi, due giovani civili fucilati dai fascisti nel 1944 in Valdambra, che attraverso il ricordo corale della sorella, degli amici e dei paesani, ne ha ricostruito la storia ed onorato la memoria.
La realizzazione del video fa parte di un progetto più ampio che prevede altresì un apposito Patto di Collaborazione finalizzato alla cura, il monitoraggio, la manutenzione di 29 pannelli collocati nei luoghi teatro dei 29 eccidi commessi come rappresaglie nazifasciste, tra giugno e luglio del 1944, causando 123 vittime tra i civili.
L’iniziativa nasce «allo scopo di salvaguardare e mantenere nel tempo i valori della memoria, del territorio e della comunità anche tramite iniziative sociali e culturali» che oltre ad accudire questi percorsi della memoria, si prefigge di promuovere una cultura del dialogo e della tolleranza coinvolgendo, in particolare, le nuove generazioni.
Nell’articolo integrale, di cui vi invitiamo alla lettura, anche la commovente testimonianza di Nazareno Migliorini detto Neno, presente all’epoca dei fatti.