Rigenerazione urbana: il modello Carditello

L’analisi di un’esperienza “place-based” di Francesco Gaeta

Il Real Sito di Carditello (Caserta) è stato casino di caccia voluto da Carlo III di Borbone, ma anche sito di sperimentazione zootecnica, agricola e luogo di cultura. Ha rischiato l’abbandono, ma grazie all’impegno di cittadini e associazioni ha potuto riprendere vita.

In un interessante articolo di Francesco Gaeta per Secondo Welfare, vi proponiamo il percorso del recupero di questa area della Regione Campania, fondata sul place-based, che ha visto importanti investimenti, (5 milioni di euro di restauro) e l’interessamento della stessa UE.

L’esperienza di rigenerazione è partita dal basso, da necessità reali segnalate dal territorio. Dalle esperienze passate vissute in questo territorio e grazie all’impegno di chi in questa zona lavora e vive, c’è stata la spinta per promuoverne la rigenerazione, indicando le attività da ospitarci in futuro.

Raffaele Zito è portavoce di Agenda 21 Carditello e Regi Lagni, coordinamento di 159 portatori di interesse pubblici e privati, profit e non profit. Prima dell’intervento pubblico le associazioni oggi riunite in Agenda 21 hanno riaperto in cancelli per le visite e mantenuto alta l’attenzione su questo sito. Sono state raccolte firme per evitarne la vendita e organizzato più di 20 aperture straordinarie. Agenda 21 Carditello e Regi Lagni chiedono di partecipare al futuro del sito, anche economicamente. Per questo a gennaio è stata firmata una Carta di Carditello che chiama a raccolta la Fondazione Real Sito, le coalizioni e le reti di portatori di interesse, il ministero per l’ambiente, le prefetture campane e le autorità locali su un progetto condiviso.

La proposta comporterà la creazione dell’Istituto di ricerche ambientali, culturali, agro-zootecniche, storico-museali. Si progetta di creare un osservatorio della transizione ecologica (cultura ed economia circolare) che sia anche luogo di riflessione e studio del nesso tra malattie ed esposizione a inquinanti ambientali e sui modi per difenderci con tecniche e tecnologie resilienti. Il progetto richiede circa tre milioni di euro che si potranno ottenere fornendo servizi a terzi, raccogliendo donazioni private e dalle quote associative degli aderenti. Si potranno avere proventi anche da formazione e consulenza agli enti locali.

La Campania, e la zona della Terra dei fuochi, dove Carditello sorge, è interessata da un alto tasso di malattie tumorali dovute ad esposizione ad agenti cancerogeni presenti nell’ambiente, La stessa ristrutturazione del Real Sito è cominciata proprio dalla bonifica del terreno da 700 tonnellate di amianto sotterrate a 20 metri dall’ingresso. Per questo è nata l’esigenza di porre qui un centro di studio su questi fenomeni.

La razza equina Persano di Carditello, qui creata, vi è stata riportata e la Fondazione Real Sito ha stipulato una convenzione con la facoltà di Agraria dell’Università di Napoli. Verrà allestita una foresteria per ospiterà gli studenti durante percorsi di training on the job. Si vogliono poi realizzare attività di monitoraggio ambientale attraverso droni e fare ricerca applicata su canapa e bachi da seta. Anche in questo caso, la storia di Carditello si lega al futuro che è stato pensato per il Real Sito.

Nella rinascita del sito entrano anche il contributo dell’Europa. Il Real Sito di Carditello ha da poco vinto due bandi europei: 3 milioni di euro arriveranno anche dall’Europa entro il 2023. Sono necessari finanziamenti continui e importanti per portare avanti questo progetto multiculturale e multidisciplinare.

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