Riuso e riparazione: un Patto per l’economia circolare

A Genova, nel quartiere Coronata, una rete di attori firma un Patto di collaborazione per la realizzazione e la gestione del Centro di riuso e riparazione Surpluse di Chiara Salati

L’esperienza di Beni Comuni, di cui Labsus ci fa partecipi, nasce a Genova grazie al Progetto europeo FORCE, che coinvolge 4 città europee (oltre a Genova, Copenaghen, Amburgo e Lisbona) ed è finanziato nell’ambito del programma europeo Horizon 2020 e dedicato a promuovere l’economia circolare a partire dai rifiuti.  

Il Comune di Genova ha declinato gli obiettivi di Force attraverso lo sviluppo della filiera dei rifiuti legnosi, per riprogettarla in modo sostenibile. La scelta della filiera del legno è stata fatta tenendo conto delle specificità del territorio ligure: circa l’80% è coperto da boschi, con un impatto significativo sulla tenuta dei versanti e, quindi, sul rischio idrogeologico e alluvionale. Accanto al filone del legno il progetto si sta occupando anche di rifiuti elettronici, del recupero dei materiali plastici e della lotta allo spreco alimentare. 

In questa ottica, è nato il patto collaborativo che ha permesso ad un gruppo di cittadini di gestire il primo centro Surpluse, nel quartiere Coronata, rete di luoghi dove i cittadini possono portare i loro mobili e piccoli oggetti per donarli oppure farli riparare, ma dove possono anche acquistare oggetti di seconda mano e dare loro nuova vita. 

Il patto, sottoscritto da AMIU, Municipio Medio Ponente e un pool di associazioni come gli Amici di Coronata, ARCI ragazzi APS, Associazione Pro Loco Cornigliano parte “dal basso”, grazie all’impegno di un cittadino attivo, il signor Elio Proietti, che da anni porta avanti attività di cura del suo quartiere dapprima in autonomia, e poi con un gruppo di amici con cui si è costituita l’Associazione amici di Coronata. 

Tra le varie attività intraprese in un’ottica di cura della propria comunità, l’Associazione ha deciso di rigenerare e gestire un locale di proprietà di AMIU, in via Coronata 38 r, che in 50 metri quadrati ha concentrato design di alta qualità, cura dei beni comuni e cittadinanza attiva.  

Il nome “Surpluse” deriva dall’unione delle parole Surplus+use, ed è nato insieme al brand e all’immagine coordinata, nel contesto di un concorso tra gli studenti del corso di Design della facoltà di Architettura di Genova. 

La novità del progetto è infatti la capacità di interagire con molteplici partner locali, pubblici e privati, rendendoli a loro volta protagonisti del cambio culturale e della costruzione di un modello di economia circolare creativo e particolarmente innovativo. 

Il progetto, che ha visto anche la messa in campo di una app dedicata Refresh, applicazione che mette in contatto, come in una vetrina virtuale le realtà cittadine che si occupano di riuso, riciclo e riparazione oggetti, sta producendo risultati così importanti e significativi che il Comune ha deciso di ampliare i punti Surplus, continuando a proporre una gestione attraverso patti collaborativi. 

Di questa esperienza, dei suoi risvolti sociali ed economici sul territorio e delle prospettive future, ce ne parla approfonditamente Chiara Salati. 

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