Una Fontana per irrigare le relazioni di una comunità: quando il Patto è un’opera d’arte
Tante volte, sono i piccoli progetti che rimettono in moto il senso della comunità. Un esempio molto calzante, è quello avvenuto a Piedimonte Matese, piccola cittadina dell’Alto Casertano dove il Patto di collaborazione sottoscritto da un gruppo di cittadini con l’amministrazione comunale per il recupero della Fontana Nuova, posta in una delle piazze più centrali del paese, ha messo in circolo nuove energie e ha rilanciato la cittadinanza attiva.
“Verso una comunità più felice” è infatti lo slogan del patto, che attraverso la co-progettazione della rigenerazione e manutenzione ordinaria/straordinaria di Fontana Nuova, ha unito cittadini, istituzioni e gruppi privati, nell’impegno di prendersi cura dei beni presenti sul territorio.
Fontana Nuova, simbolo della città e opera d’arte di Alessandro Parisi, artista molto conosciuto sul territorio matesino e non solo, ormai da decenni versava in un assoluto degrado e abbandono, diventando persino oggetto di ripetuti episodi di vandalismo.
Costruita negli anni ‘80 in un luogo in cui precedentemente trovava spazio la sede della Filanda Egg, risalente al 1812 e bombardata dai tedeschi durante il secondo conflitto mondiale, aveva un ruolo evocativo molto significativo.
La stessa elaborazione dell’artista aveva voluto rendere omaggio al paesaggistico del territorio: dalle alte vette del Matese, alle rocce di tipo carsico che caratterizzano il territorio fino alla valle che accoglie le acque delle sorgenti matesine.
Attraverso l’intervista a Maria Teresa Farina, rappresentante del gruppo informale sottoscrittore del Patto, ed alla dott.ssa Maria Laura Leonetti, Responsabile del Procedimento di Amministrazione Condivisa dei Beni Comuni a Piedimonte Matese, Andrea Palumbo per Labsus, ci racconta il percorso partecipativo scaturito dal patto e le azioni messe in campo che non solo hanno permesso il recupero della Fontana Nuova, ma hanno generato relazioni ed energie, in un ritrovato senso di collettività e di civismo attivo.
Particolarmente significativo che il progetto sia stato elaborato dall’intera comunità, con il coinvolgimento di tantissimi giovani, che hanno particolarmente apprezzato il senso più profondo dei patti di collaborazione, di quella rivoluzione silenziosa che si mette in moto quando la democrazia incontra l’amministrazione condivisa.
Le azioni di cura del Patto, quindi, hanno saputo creare entusiasmo e coinvolgimento diffuso, dando vita poi ad almeno altri cinque Patti di collaborazione che vedono come protagonisti tanti nuovi cittadini che sentono il bisogno di fare comunità.