Che Costa Sarà?: “I cambiamenti climatici sulla costa emiliano-romagnola”
E’ stata pubblicata all’interno del percorso partecipativo “Che Costa Sarà?” il report dell’indagine “I cambiamenti climatici sulla costa emiliano-romagnola”, realizzata nell’ambito del progetto europeo AdriaClim da Art-ER-
L’indagine, che si basa su oltre 300 interviste realizzate con gli operatori turistici della nostra riviera, si poneva l’obiettivo di raccogliere ulteriori contributi per l’elaborazione della Strategia Integrata per la Difesa e l'Adattamento della Costa ai cambiamenti climatici – GIDAC in fase di elaborazione.
In particolare, le interviste, realizzate tra ottobre e novembre 2022 con metodologia ibrida online (Computer Assisted Web Interview) e telefonica (Computer Assisted Telephone Interview), dipingono un quadro di complessiva consapevolezza dei problemi causati dai cambiamenti climatici sulle attività economiche (accoglienza, ristorazione, balneare e commercio) della costa emiliano-romagnola.
Sebbene con gradi diversi tutto il settore turistico ne è stato coinvolto e ha intrapreso iniziative per arginare i problemi ad esso legati. Gli elementi cruciali che emergono dall'indagine sono riassumibili in alcuni punti chiave:
- Gli effetti dei cambiamenti climatici sono tangibili e concreti già allo stato attuale, ma anche la prospettiva degli effetti futuri è causa di preoccupazione per un'ampia porzione degli intervistati, che percepiscono risvolti in prevalenza negativi. Al contempo, quasi due terzi del campione vede negli effetti del cambiamento climatico l'opportunità di una stagione turistica prolungata.
- I soggetti più consapevoli degli effetti dei cambiamenti climatici sono gli operatori del settore balneare. In questo comparto si registra il maggior grado di preoccupazione, un elemento dettato in buona parte dai danni che tuttora vengono causati da eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e dannosi specialmente per queste attività.
- I danni causati dagli eventi metereologici hanno afflitto comunque tutti i settori coinvolti dall'indagine, e metà delle attività intervistate ha subito almeno qualche danneggiamento negli ultimi 10 anni. La quota di attività che ha subito danni varia sensibilmente in base al settore intervistato, oscillando tra il 20% di attività coinvolte nel settore del commercio e l'85% del settore balneare.
- Le attività economiche intervistate hanno in larga parte adottato diverse misure per affrontare questi eventi, la precauzione più comune riguarda la messa in sicurezza degli impianti tecnici e tecnologici, già effettuata da 2 attività su 3. Su questo fronte quasi un terzo degli intervistati ha dedicato una porzione del fatturato a investimenti atti alla difesa dell'attività, la quota investita è strettamente legata al settore dove si opera, con le attività balneari che vi dedicano cifre molto maggiori rispetto agli altri settori. Da questo punto di vista, la richiesta di contributi economici e finanziari è condivisa da un'ampia maggioranza degli intervistati.
- Gli interventi dedicati come prioritari riguardano principalmente opere di difesa della costa e ripascimenti con sabbie sia sottomarine che dall'entroterra. Anche nel contesto del progetto AdriaClim le attività indicate come prioritarie sono il ripristino dell'alimentazione naturale della costa e ripascimenti delle spiagge.
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