Patrimonio culturale tra abbandono e valorizzazione condivisa: un’opportunità per il futuro

Come la valorizzazione condivisa può salvare e rigenerare il patrimonio culturale? Un articolo di Giorgia Dato sul sito Labsus.org

Il patrimonio culturale, testimonianza di storia e identità, è una risorsa preziosa, ma molte sue parti sono abbandonate e degradate, rischiando di perdere valore e fruizione. Nonostante l’Italia abbia 59 siti UNESCO nel 2023, la spesa pubblica per tutela è inferiore alla media europea, e il patrimonio diffuso necessita di una lettura più condivisa e comprensibile. L'articolo di Giorgia Dato, pubblicato sul sito Labsus.org, invita a riflettere su come promuovere iniziative di valorizzazione dal basso, coinvolgendo comunità e beni lontani dai circuiti mainstream.

La normativa e le criticità della valorizzazione - La normativa sulla valorizzazione del patrimonio culturale, seppur riconosciuta come funzione pubblica fondamentale, presenta criticità: manca di strumenti organici e inclusivi, e la frammentazione tra iniziative pubbliche e private limita progetti condivisi. La gestione spesso troppo burocratica e poco innovativa riduce il legame tra beni culturali e comunità, mentre esperienze passate basate su concessioni orientate al profitto hanno evidenziato i limiti di approcci troppo commerciali e poco partecipativi, che non favoriscono il senso di appartenenza e tutela duratura.

Un nuovo paradigma: l’amministrazione condivisa - Per affrontare le criticità della gestione dei beni culturali, si propone un cambio di paradigma con modelli cooperativi e partecipativi, come la governance condivisa e l’amministrazione condivisa. Questi approcci considerano i beni culturali come patrimoni collettivi, da curare con il coinvolgimento attivo delle comunità. La Convenzione di Faro ha rafforzato questa visione, evidenziando il valore culturale intrinseco e dimostrando come il recupero condiviso possa favorire rigenerazione urbana, innovazione sociale e il rafforzamento del senso di identità e benessere delle comunità.

Strumenti di partecipazione: i patti di collaborazione - Tra gli strumenti più efficaci vi sono i patti di collaborazione, che permettono un coinvolgimento diretto di cittadini, associazioni e amministrazioni locali. Nato inizialmente per gestire spazi degradati, questo strumento si è esteso al recupero di beni culturali, dando vita a progetti condivisi e rigenerativi. La cura e la valorizzazione del patrimonio avvengono così attraverso un legame empatico e affettivo con i luoghi, riconoscendone il valore come patrimonio collettivo da tutelare e far rinascere.

Il valore sociale e culturale del patrimonio - L’approccio dell’amministrazione condivisa pone al centro il rapporto tra comunità e beni culturali, riconoscendo che la tutela del patrimonio può diventare motore di coesione sociale e benessere collettivo. Trasformare un bene abbandonato o sconosciuto in un punto di incontro e di attività condivisa rafforza il senso di appartenenza e promuove uno sviluppo sostenibile. La partecipazione culturale attiva permette di superare la visione tradizionale di tutela come semplice conservazione, aprendo a pratiche di valorizzazione partecipata che valorizzano il patrimonio come bene di tutti e per tutti.

Leggi l'articolo completo sul sito Labusus.org

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ultima modifica 2025-07-18T14:58:22+01:00
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