Tavolo di negoziazione e metodi

Ancora sulla certificazione di qualità del Tecnico di garanzia

Proseguiamo l’analisi dei criteri per la valutazione della certificazione da parte del Tecnico di garanzia; dopo la sollecitazione delle realtà sociali e l’inclusione è la volta del Tavolo di negoziazione e dei metodi DDDP, cioè strumenti di Democrazia Diretta o Deliberativa e Partecipativa.

La valutazione della certificazione di qualità ha l'obiettivo di garantire una discussione organizzata ed equilibrata.

“Costituzione di un tavolo di negoziazione, sin dalle prime fasi, con i principali soggetti organizzati del territorio che si sono dichiarati interessati al processo”.

Del Tavolo di negoziazione ne abbiamo parlato più volte, dai componenti, al ruolo, dal regolamento ai conflitti interni. La legge pone grande attenzione a questo strumento, che non deve essere sottovalutato e per questo deve essere costituito sin dalle prime fasi del percorso. È opportuno indicare se il Tavolo di Negoziazione è già stato costituito o quando si ritiene di costituirlo; è rilevante la composizione del TdN, dal primo nucleo di componenti a quelli che possono aggiungersi, chiedersi se sono “competenti”, nel senso di essere portatori di “saperi”, se arricchiscono il TdN con un nuovo punto di vista, che rapporto hanno con il territorio, ma anche in che misura e in base a quali “regole” vengono inclusi nuovi attori nel TdN. Occorre descrivere, inoltre, quale ruolo ha il Tavolo e come “funziona”.

Utilizzo di metodi per la mediazione delle eventuali divergenze e di verifica di eventuali accordi tra i soggetti partecipanti, anche attraverso l'implementazione di strumenti di democrazia diretta, nel rispetto degli statuti degli enti interessati, o partecipativa e deliberativa”.

La legge regionale non dà indicazioni su quali strumenti utilizzare, perché ogni percorso partecipativo ha una propria storia, un contesto, tempi e soprattutto persone relazioni proprie. Tuttavia, è richiesto, in sede di progettazione del percorso, di descriverne anche una struttura di massima, con l’indicazione dei metodi che si pensa di utilizzare e questa scelta deve essere motivata ed adeguata al contesto ed anche coerente con il budget previsto.

Se si tratta di realtà che hanno già sperimentato percorsi partecipativi può essere utile fare una valutazione relativa all’utilizzo precedente di strumenti e metodologie (ad esempio se se ci sono stati cambiamenti, se i metodi hanno funzionato, se ci sono state criticità…).

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