Giustizia riparativa: un Patto per ricucire le relazioni tra vittime e rei

A Verona un Patto di collaborazione per supportare le vittime di reato di Sara Resina

Solo la scorsa settimana avevamo affrontato con l’articolo Il Mosaico dell’Amministrazione Condivisa, l’evoluzione giuridica e culturale dei principi alla base della sussidiarietà e dell’amministrazione condivisa, che Labsus ci offre subito un interessante esempio di come, i Patti di collaborazione, vengano sempre più utilizzati su temi inediti e complessi, quali il supporto alle vittime di reati.

L’articolo che vi proponiamo, a cura di Sara Resina, ci segnala il Patto di sussidiarietà sottoscritto tra Comune di VeronaAsav, Associazione scaligera assistenza vittime di reato, nel 2018, con lo scopo di promuovere attività di educazione alla legalità e, appunto, di sostegno alle vittime di reato.

La collaborazione sul tema era in realtà nata fin dal 2013 con la concessione, da parte dell’amministrazione comunale, di uno spazio all’interno del Municipio per le attività settimanali dello sportello di ascolto delle vittime.

Questo spazio dedicato è stato un piccolo ma significativo passo poichè, oltre a recepire la Direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 che  istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, ha soprattutto sottolineato la centralità di questa attività per tutta la comunità ed il ruolo che la comunità stessa può agire per rinsaldare i legami di fiducia che la commissione di un reato aveva indebolito.

Il dottor Giuseppe Baratta, Vice Segretario generale vicario e dirigente della Direzione Affari Generali del Comune di Verona nonché firmatario del Patto, spiega che l’Amministrazione, nel sostenere Asav e nel dare continuità e formalità al rapporto attraverso il Patto, intendeva mandare anche questo messaggio a tutta la comunità. Il Patto tutela infatti un bene immateriale, la giustizia e il supporto delle vittime di reatiil ruolo attivo della comunità fa sì che tale bene diventi un valore condiviso, un bene comune.

Particolare altrettanto importante è che Asav e il Comune di Verona aderiscono al Tavolo permanente per la giustizia riparativa, composto da enti pubblici (tra i quali la Prefettura e l’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Verona), del privato sociale e ad altri soggetti sensibili del territorio (per esempio la Camera penale e l’Università di Verona). Da una parte quindi chi segue e accompagna chi commette reati nei procedimenti penali e di reinserimento sociale, dall’altra chi supporta e orienta le vittime, dando così corpo ad un lavoro integrato dove il lavoro comune oltre ad una proficua riparazione dei danni e ad una ripresa, quando è possibile, avvia relazioni tra vittime e rei.

Nell’articolo Sara Resina ci offre un’approfondita analisi del percorso, della metodologia utilizzata, della rete collaborativa che si è creata e sviluppata (poiché l'accordo in questione è un Patto aperto ad altri soggetti), dei percorsi formativi dedicati e delle azioni già  messe in campo, oltre a quelle in progettazione.

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