Svolgimento del processo
Una volta condiviso il percorso si può entrare nel merito della questione da affrontare.
Un processo partecipativo si sviluppa – per quello che riguarda le idee – come un imbuto. Inizialmente entrano molte idee tendenzialmente vaghe, molte posizioni, molte opinioni, molti scenari, e alla fine ne devono uscire poche, chiare e concise. Per quel che riguarda le persone, si sviluppa come una piramide, inizialmente ne sono coinvolte poche (i promotori, i rappresentanti delle autorità, i curatori, gli attori, alcuni testimoni-chiave) e poi ne sono coinvolte sempre di più, per raggiungere una ragguardevole rappresentatività.
Lo sviluppo del processo partecipativo - (18.29 KB) grafico
Un processo partecipativo può assumere varie forme di percorso e avvalersi di strumenti di Democrazia Diretta, Deliberativa, Partecipativa (DDDP), purché tali strumenti siano inseriti in un percorso coerente che conduca ad un esito chiaro e sufficientemente rappresentativo.
Il progetto dunque deve prevedere che vi sia una prima discussione nel Tavolo di negoziazione e che da qui emergano degli scenari o delle opzioni alternative, dunque dei nodi conflittuali.
Le modalità o le tecniche di moderazione, adottate nel Tavolo di negoziazione sono a discrezione del conduttore e dei membri del Tavolo stesso e devono essere conformi al regolamento approvato.
Il Tavolo di negoziazione proporrà strumenti di DDDP capaci di coinvolgere i cittadini, dai quali ci si aspetta pluralità di argomentazioni utili per il raggiungimento di una scelta equa. Perciò nel progetto si propone agli attori di risolvere i nodi conflittuali attraverso strumenti DDDP.
Per concludere, ai fini della progettazione, è utile articolare ulteriormente la fase di svolgimento in una fase di apertura e una di chiusura. Nell’apertura vengono fatte emergere le discussioni e le varie proposte, inizia il confronto e si svolgono eventuali tentativi di mediazione. Nella chiusura vengono selezionate le opzioni o verificata una eventuale unica opzione, tramite uno strumento DDDP a rappresentatività condivisa (con gli attori).
Dato il tema e le questioni emerse nel Tavolo di negoziazione il curatore del processo potrà prevedere e fornire lo strumento o gli strumenti più opportuni, inseriti in un percorso integrato, dove i risultati dell’uno servono come input dell’altro, in un’ottica a imbuto, di apertura ed emersione delle idee e poi di progressivo restringimento delle opzioni con contemporaneo allargamento della rappresentatività.
Come scegliere i partecipanti ad un DDDP
Vi sono diversi approcci per il reclutamento dei partecipanti ad un DDDP, ma sempre, in ogni caso, qualsiasi sia l’approccio scelto e i criteri utilizzati per selezionare eventuali categorie, le persone partecipano ad un DDDP a titolo personale, individuale, anche se nella vita sono titolari di una proprietà o di un’impresa, responsabili o membri di un’associazione o di un comitato o di un partito, sindaci o assessori, impiegati o operai, stranieri o autoctoni, residenti o viaggiatori.
- Approccio della “porta aperta” : L’approccio della ‘porta aperta’ prevede una campagna di informazione, nella quale vengono indicati gli appuntamenti degli incontri e tutti gli interessati possono partecipare. Tale approccio può essere ‘ridotto’ con l’applicazione di alcuni criteri selettivi all’ingresso (p.e. solo i giovani di età compresa tra…, solo i titolari di impresa, solo i membri di associazioni di volontariato, i residenti del quartiere x, ecc…). Ovviamente anche i luoghi e gli orari di appuntamento condizionano i profili dei partecipanti. In ogni modo, i partecipanti che principalmente vengono inclusi con questo approccio sono quelli più ‘interessati’, più ‘preoccupati’, più ‘vicini’ alla questione in oggetto.
- Approccio “a campione” : L’approccio a campione – anche se più costoso - viene adottato per evitare le distorsioni che può produrre l’approccio precedente, cioè la tendenza a polarizzare la discussione solo tra interessati, o ancor peggio a scoraggiare la partecipazione delle posizioni minoritarie. I costi e benefici di una politica sono sempre, anche se in modo diverso, distribuiti su tutta la popolazione e i principi che la motivano sono pubblici e quindi riguardano tutti. Il campione dunque vuole proporsi, oltre che come un metodo più rappresentativo, anche come un metodo che consente una discussione migliore, più ricca di punti di vista ed equilibrata. D’altra parte, risente di un costo maggiore, perché gli individui del campione vanno scelti e invitati, molti di essi non accetteranno l’invito e si devono perciò contattare sempre molte più persone di quelle necessarie
La redazione del Documento di Proposta Partecipata
La l.r. 3/10 prescrive che il prodotto del processo partecipativo sia un Documento di Proposta Partecipata (DocPP). Il responsabile del processo, assieme al curatore, dovranno coordinare l’elaborazione e curare la redazione del DocPP. Il DocPP dovrebbe essere il più possibile sintetico ed utilizzare un linguaggio comune, facilmente comprensibile; può contenere grafici e mappe e deve essere accessibile online.
La sua modalità di elaborazione deve essere accettata dal Tavolo di negoziazione e possibilmente anticipata nel progetto.
Una volta approvato e sottoscritto dal Tavolo di negoziazione (il DocPP deve essere sottoscritto anche dall’eventuale Comitato di pilotaggio), deve essere inviato al Tecnico di garanzia per la validazione e poi formalmente inviato all'Ente responsabile. E' opportuno che sia pubblicato e che ne sia data ampia comunicazione.